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Autore: autoscuolenelweb

Sensori di parcheggio: cosa sono e come funzionano

I sensori di parcheggio sono stati introdotti per preservare la carrozzeria nella fase delicata del parcheggio; sono presenti su quasi tutti i modelli di autovettura, dalle city car a quelle più ingombranti e sono proposti di serie o come optional.

Il moderno design delle vetture, soprattutto di modelli tipo i Suv, ha reso più difficile calcolare l’ingombro del proprio automezzo in fase di posteggio, finendo per colpire accidentalmente degli ostacoli e danneggiare la propria autovettura.

I sensori si sono evoluti nel tempo tanto da diventare uno dei maggiori sistemi di assistenza alla guida e, nascosti nel paraurti, non vanno a incidere sull’aspetto estetico dell’auto.

Come funzionano i sensori?

I sensori di parcheggio sono dispositivi posizionati nel paraurti posteriore o anteriore e inviano onde ultrasoniche a una scheda elettrica, definita controller.
Il controller elabora il messaggio e invia le informazioni a un altoparlante che emette suoni con intensità sempre maggiore via via che ci avviciniamo all’ostacolo. In alternativa, o in combinazione, con il suono alcuni modelli presentano sul cruscotto led luminosi che si accendono.
Come anticipato possono essere anteriori e posteriori, questi ultimi entrano in funzione quando si innesta la retromarcia, infatti man mano che la distanza dall’ostacolo diminuisce, passando da 1,5 metri a 40 cm, il suono si fa sempre più insistente.
 Quasi tutti i nuovi modelli sono provvisti di sistemi di assistenza alla guida, ma se ritieni che il costo sia eccessivo al momento dell’acquisto dell’auto, puoi montare i sensori successivamente.
Infatti una volta scelto l’impianto che ci soddisfa, il montaggio dei sensori non è un’operazione complessa. Gli esperti suggeriscono di verniciarli dello stesso colore del paraurti, mantenendo così l’estetica dell’automezzo.

Come montare i sensori di parcheggio.

Puoi recarti dal tuo elettrauto di fiducia o provvedere personalmente al montaggio.
Ecco come fare:

  • Verniciare i sensori
  • Tracciare con un nastro adesivo e un metro la linea dei sensori, mantenendosi a circa 50- 70 cm da terra.
  • Forare il paraurti nel punto di raccordo con le parti laterali cercando di avere la mano più ferma possibile.
  • Inserire i sensori nei fori realizzati
  • Posizionare la centralina nella parte posteriore dell’autovettura e collegare i vari cavi sensori
  • Una volta decisa la posizione del display sul cruscotto, collegarlo al morsetto della centralina.

Sembra complicato, vero? In realtà troverai tutte le informazioni utili nei vari kit in commercio.
Nella maggior parte di essi il montaggio è via cavo, in tal caso bisogna far passare il cavo dalla parte posteriore dove è situata la centralina al cruscotto, ma sul mercato è possibile acquistare sensori di parcheggio a rete wireless.
In questo caso il display, alimentato a batteria, comunica via onde radio con la centralina.
Molto diffusi negli ultimi anni i sensori elettromagnetici, che si presentano come delle strisce adesive da posizionare all’interno del paraurti.

In definitiva parcheggiare non è stato mai così facile, non credi?

Regole e restrizioni per i neopatentati: ecco cosa dice il codice della strada

Prendere la patente di guida per un ragazzo è un traguardo importante, ma è necessario rispettare una serie di regole e di restrizioni che riguardano sia il tipo di auto da guidare che la velocità.

Tutte le indicazioni sono contenute nell’art. 117 del Codice della Strada che stabilisce che un neopatentato non possa guidare un’auto dove la relazione tra il peso del veicolo e la potenza dello stesso superi i 55 kW per tonnellata.
La potenza massima ammessa è di 70 kW/tara e 95 cavalli.
La pena per il trasgressore è molto severa, infatti prevede 6 mesi di sospensione della patente e una multa che va da un minimo di 152 euro a un massimo di 658 euro.
Come ti anticipavo, le regole e le restrizioni riguardano anche la velocità ammessa: i limiti di velocità partano dal giorno conseguente la patente di guida e sono in vigore per tre anni.
Chi ha preso la patente da poco deve rispettare un limite di 90 km/h sulle strade extraurbane, 100 km/h in autostrada e 50 km/h sulle strade urbane.

La trasgressione è punita con la decurtazione doppia dei punti della patente.
La legge punisce il trasgressore, ma premia gli automobilisti più virtuosi. Il bonus per un neopatentato è di 1 punto per ogni anno senza infrazioni al volante.
Divieti anche per l’assunzione di droghe o di alcool, i neopatentati sono soggetti a tolleranza 0 per i primi tre anni di guida.
Se il tasso alcolemico fosse superiore, le sanzioni sono quelle previste dal codice della strada aumentate di un terzo. Quindi in generale:

  • Tasso alcolemico tra 0,5 e 0,8 grammi/litro, multa da 527 a 2.108 euro e sospensione della patente per 3-6 mesi.
  • Tasso alcolemico tra 0,8 e 1,5 grammi/litro, ammenda da 800 a 3.200 euro e sospensione della patente per 6-12 mesi, con arresto fino a 6 mesi
  • Tasso alcolemico superiore a 1,5 grammi/litro, multa da 1.500 a 6.000 euro, arresto da 6 mesi a 1 anno e sospensione della patente per 1-2 anni.

Aver preso la patente da poco incide anche sulla scelta del modello dell’auto da acquistare.
Per avere un’idea, è possibile consultare il Portale dell’Automobilista, gestito direttamente dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti: basterà inserire la targa del veicolo per sapere se può essere adatto a un neopatentato.
Una classifica delle auto più idonee, sia per quanto riguarda il prezzo che le prestazioni, mette ai primi posti la Fiat Panda, la Fiat 500, la Renault Captur, insomma tutti i veicoli che hanno un rapporto inferiore o uguale a 55 kW/ tonnellata.
Tutte queste restrizioni ti hanno spaventato? Diciamo che il famoso articolo 117 del Codice della Strada è materia di discussione da anni e c’è al varo la possibilità di ammorbidire alcune misure.
Intanto rispetta le regole, mi sembra di aver elencato più di un motivo a favore, no?!

Poesie e motori: i versi dedicati alle automobili

Parlare dell’automobile attraverso la poesia è possibile? Molti sono i poeti italiani e non che hanno scritto versi dedicati all’automobile.

Partiamo dall’esaltazione della velocità propria del Futurismo e Marinetti che in Poesia del Novecento scrive: “Veemente dio d’una razza d’acciaio, automobile ebbrrra di spazio, che scalpiti e frrremi di angoscia, rodendo il morso con striduli denti… Formidabile mostro giapponese, dagli occhi di fucina, nutrito di fiamma e d’oli minerali, avido d’orizzonti e di prede siderali…”

Si racconta che la mattina del 15 ottobre del 1908 il giovane e ricco letterato acquistò una macchina di gran lusso. La scelse perché poteva raggiungere la velocità di 80 km/h.

Qualche ora più tardi la macchina si capovolse in un fossato pieno di acqua, intrappolando Marinetti che riuscì a salvarsi solo grazie all’intervento di alcuni operai.

Nonostante non guidò mai più dopo questa esperienza, la sua passione per le auto rimase la stessa.

Proprio a inizio novecento presero sempre più piede le corse automobilistiche delle quali il Futurismo fu promotore.

Gli autori americani parlano di auto legandola alla bellezza del viaggio, al senso di libertà e al rapporto con una donna.

E.E. Cummings nella poesia She Being Brand (Lei è nuova di zecca) paragona un’auto capricciosa a una giovane donna scrivendo dei versi intrisi di passione.

L’automobile fu il tormento di uno dei più grandi scrittori del novecento Raymond Carver.

Carver era ossessionato dal fatto che la sua auto potesse guastarsi, e questo puntualmente accadeva.

Per lo scrittore l’automobile era simbolo della fuga dai problemi quotidiani.

“… l’auto con le rate che non potevano essere pagate, l’auto ripresa, l’auto in cui si ruppe il perno della frizione, l’auto in attesa nel parcheggio sul retro. Auto dei miei sogni. La mia auto”.

Siamo forse più abituati a leggere poesie che parlano d’amore per le persone, ma avete mai visto come il vero appassionato tratta la sua auto?

Batteria scarica, perché succede

Quante volte ci è capitato di avere la batteria scarica e di non capirne il motivo? Vediamo insieme perché succede.

Cerchiamo di fare chiarezza sui motivi per i quali l’auto non parte e il nostro primo pensiero va alla batteria scarica.

Prima di tutto bisognerebbe capire se la batteria è morta per usura o è l’auto a scaricarla.

Nel primo caso occorrerà controllare la data di installazione del pezzo, di solito il rivenditore la scrive sulla batteria stessa. Tenete presente che una batteria in buone condizioni durerà dai 3 ai 5 anni.

Purtroppo ci sono casi in cui, anche se nuova, tende a scaricarsi.

Un tamponamento, un incidente o una buca presa a troppa velocità possono esserne la causa.

Infatti essa è costituita da materiali leggeri e delicati, quindi basta poco per comprometterne l’integrità.

Un alternatore malfunzionante o difettoso che non riesce a fornire carica continua può essere causa di batteria scarica.

Escluse queste possibilità, occorre fare il test di assorbimento della corrente, per capire quale dispositivo elettrico sta consumando la sua energia.  A me per esempio è capitato con le 4 frecce lasciate accese.

Spesso, soprattutto se l’auto è usata da più persone, la causa può essere rintracciata nelle cattive abitudini, quali tenere lo stereo acceso con la macchina ferma.

Una delle cose più divertenti viste nell’ultimo periodo è un’immagine in cui chiaramente un’automobilista da l’ultimo saluto alla sua batteria morta a causa dei giorni di reclusione dovuti al Covid-19.

Comunque l’equazione macchina che non parte uguale batteria scarica, non è sempre veritiera.

Da tenere in considerazione anche altri tipi di problemi legati alle candele sporche, al motore di avviamento o alla pompa del carburante.

Autoscuole, si riparte in sicurezza dal 20 maggio

Dal 20 Maggio riparte l’attività di formazione pratica e teorica delle autoscuole, nel rispetto delle linee guida per la sicurezza fissate dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti.

Le indicazioni mirano ad evitare il più possibile il contatto e gli assembramenti.

Regole rigide sono previste nelle aule della Motorizzazione Civile, nella quali è svolta la teoria. Per i candidati provenienti dalla stessa Autoscuola, ci sarà l’obbligo di aggregarsi in un unico turno, al fine di evitare promiscuità e il riempimento eccessivo delle aule.

L’obbiettivo di limitare i contatti tra le persone è garantito dalla creazione di percorsi di entrata e uscita alternati; inoltre al termine di ogni turno d’esame ogni aula e superficie verrà igienizzata. Il video tutorial di autoistruzione e l’esito dell’esame saranno accessibili esclusivamente sul web proprio per evitare stazionamenti degli alunni.

Per quanto riguarda l’esame pratico per le patenti A e B, l’identificazione dei candidati avverrà in un’area esterna e tutti dovranno indossare mascherine e guanti protettivi.

I cambiamenti più consistenti sono relativi alla procedura per l’ottenimento della patente B. L’esaminatore e l’istruttore non saranno più a bordo dell’autovettura e faranno le loro richieste al candidato dall’esterno. Quest’ultimo eseguirà le manovre in un’area attrezzata e recintata.

Chiunque abbia accesso all’abitacolo deve disinfettarsi le mani e indossare i dispositivi di sicurezza. Alla fine di ogni prova d’esame l’autoscuola avrà l’onere di ripulire gli oggetti condivisi e permettere per almeno 5 minuti il ricambio d’aria dell’autoveicolo.

Si tratta sicuramente di regole di non facile applicazione, ma sono il primo passo verso la normalità.

Pronti a superare l’esame?

Le auto più belle della storia

La potenza e la velocità sono solo alcuni dei requisiti che hanno fatto di queste macchine le più belle della storia.

La velocità, la potenza ma anche l’armonia delle forme e del colore e l’uso sapiente dei materiali sono quelle caratteristiche che hanno rese alcuni modelli di automobile un sogno.

Curiosi?

La Aston Martin Vanquish

La ricorderete nell’episodio di 007 “La morte più attendere”, ciò che contraddistingue questo modello è la raffinatezza delle forme e l’aggressività data da un mix di linee tese e morbide.

La Bugatti Type-57 SC Atlantic

Questo modello, nato nel 1936 e prodotto nel 1938, è inserito di diritto nell’elenco delle macchine d’epoca.
Nonostante l’auto non fosse proprio economica, furono venduti circa 700 pezzi contribuendo a diffonderne il mito.
Difficilmente troveremo una Bugatti uguale all’altra, questo perché è possibile personalizzare la carrozzeria secondo il gusto dei più affezionati e ricchi clienti.
La quotazione dei modelli meglio conservati arriva a 25 milioni di euro.

La Ferrari 360 Spider

Non possiamo non parlare della Ferrari. Nella 360 Spider scompaiono le forme tirate delle passate carrozzerie e le parti risultano più morbide. Sono stati inseriti fari a goccia con tecnologia allo xeno, molto più eleganti. La Ferrari 360 può raggiungere la velocità di 295 Km orari.

La Porsche 356

Questo gioiello a quattro ruote fu ideato tra il 1948 e il 1965, furono prodotti 76.000 esemplari, di cui la metà ancora circolanti. I suoi punti di forza sono la maneggevolezza, la leggerezza e l’affidabilità. Fu soprannominata la “superleggera”.

La Lamborghini Countach

Debuttò come prototipo nel 1971 e fu prodotta per quasi 20 anni. La sua peculiarità è l’apertura delle portiere in verticale.
I progettisti pensarono a questa soluzione per esigenze funzionali, perché l’auto era già molto larga di carrozzeria e quindi prevedere un’apertura tradizionale avrebbe arrecato seri problemi soprattutto in fase di parcheggio.
Il nome della vettura non viene da una razza di tori, come solitamente accade in casa Lamborghini, ma da un’espressione dialettale piemontese. La leggenda narra che il custode notturno di fronte al prototipo della vettura utilizzò un’espressione di stupore in dialetto, che piacque così tanto da divenire il nome di un mezzo che ha fatto la storia dell’automobile.

E tu hai in mente un modello da sogno?

Coronavirus: tutte le novità nel mondo dei trasporti

Mascherine, distanza di almeno 1 metro, evitare le ore di punta ecco le possibili novità nel mondo dei trasporti. Le regole del distanziamento sociale coinvolgono anche il mondo dei trasporti.

Quali sono le precauzioni che bus, metro e treni dovranno rispettare?

In treno

  • Le prenotazioni devono garantire la distanza di almeno un metro tra i passeggeri, i quali saranno obbligati a indossare una mascherina che copra naso e bocca durante il viaggio.
  • Le varie compagnie dovranno assicurare l’igienizzazione e la disinfezione giornaliera delle carrozze, sulle quali, ove possibile, saranno installati dei dispenser per garantire l’igiene delle mani.
  • Separazione tra l’entrata e l’uscita dei viaggiatori, sia nelle stazioni sia sulle carrozze.

In autobus

Una delle proposte prevedeva il controllo dei lavoratori soprattutto nelle ore di punta; di solito la mobilità si concentra difatti tra le 7.30 e le 8.30 del mattino.

Se è vero che la chiusura delle scuole ha agevolato lo scorrere del traffico cittadino, distribuire l’utente su un arco temporale più ampio, magari con ingressi differenziati sul luogo di lavoro e turni settimanali sarà una possibilità più che auspicabile.

Vediamo nel dettaglio qual è la prassi sui mezzi cittadini:

  • Il conducente, il personale di controllo e gli utenti saranno tenuti ad indossare una mascherina.
  • L’acquisto dei biglietti è automatizzato.
  • L’uso dei posti a sedere è disciplinato in base al concetto del distanziamento sociale, e grazie a un’apposita segnaletica, la distanza di almeno un metro è da rispettare anche alle fermate.
  • Igienizzazione e disinfestazione quotidiana
  • A tutela dell’autista, sarà inibita la porta anteriore

Gli stessi obblighi vigono in metropolitana, quindi coloro che usufruiscono del trasporto sotterraneo devono indossare una mascherina, entrare e uscire in maniera alternata e rispettare tutte le regole di sicurezza.

La paura del contagio è una variabile che ha inciso o inciderà sull’uso dell’automobile.

In che senso?

Una ricerca della Ipsos Group incentrata sulle preferenze dei cinesi in fatto di mobilità dopo il Covid-19, ha mostrato che l’uso dell’auto privata è quasi raddoppiato.

La scelta di utilizzare la propria automobile per gli spostamenti lavorativi potrebbe in Italia, come in Cina, subire un aumento a causa della paura che i mezzi pubblici non siano sicuri.

Tu cosa ne pensi?

I musei dell’auto, ora è possibile visitarli restando a casa

Gli appassionati di auto potranno vistare i musei comodamente seduti in poltrona. Se restare a casa è la cosa più giusta da fare, non ci resta che movimentare le nostre giornate, magari visitando un museo!

Il museo dell’automobile di Torino (https://www.museoauto.com/) resterà chiuso al pubblico fino al 13 aprile in ottemperanza al divieto contenuto nell’ultimo decreto, ma l’opportunità per gli appassionati del mondo auto è davvero unica: basterà scaricare l’app del museo per accedere al suo inestimabile patrimonio arricchito da schede tecniche e storiche redatte dal personale qualificato.

Il percorso espositivo ripercorre la storia dell’automobile e delle persone, costruttori, piloti e imprenditori che legano il loro nome a quello dell’auto.

 Siete appassionati della Ferrari? Bene, entrambi i musei della rossa di Maranello sono accessibili con Google steet view; lo stesso discorso vale per il museo della Lamborghini.

Un altro tour virtuale da non perdere è quello a uno dei musei automobilistici più belli del mondo, sia per quanto riguarda l’architettura, sia per i contenuti: il Porsche Museum (https://www.porsche.com/museum/en/).

Sempre in Germania sarà possibile visitare il Museo Mercedes, al suo interno sono racchiusi tutti i modelli più importanti nella storia della casa.

In attesa di tornare a guidare liberamente, intanto facciamolo con la mente!

Come profumare l’auto con deodoranti naturali

La funzione del deodorante per auto è quella di eliminare gli odori e profumare l’abitacolo. Spesso però i deodoranti industriali sono troppo forti ed essendo prodotti con sostanze chimiche generano reazioni allergiche.

Quindi è sempre più diffusa la pratica di profumare l’auto con deodoranti naturali. Basterà avere a disposizione alcuni fondamentali per creare il proprio, magari personalizzandolo utilizzando l’essenza che ci piace di più. Qualche consiglio utile su come profumare l’auto con deodoranti naturali.

L’occorrente:

  • Bicarbonato
  • Sale grosso
  • Buccia di limone o arancia
  • Olii essenziali
  • Un sacchetto di stoffa o dei collant

Con la stoffa o i collant create un sacchetto nel quale inserire dei fiori essiccati, delle foglie di tè o anche una bustina di quest’ultimo, potrete rivitalizzare il loro profumo nel tempo bagnandoli di tanto in tanto con qualche goccia di olio essenziale. Ottima soluzione quella di utilizzare nell’abitacolo gli stessi sacchetti profumati che siamo soliti mettere nell’armadio. Potreste poi frullare del bicarbonato di sodio, dal forte potere assorbente, con le scorze di limone o arancia e del sale grosso e inserire il composto nel sacchetto. Facilmente reperibili in commercio sono le palline di legno da profumare con l’essenza prediletta, inoltre ci sono legni come il cedro o il sandalo che presentano già un’intensa profumazione. Avete a disposizione un flacone spray? Riempitelo di acqua profumata e spruzzatelo nell’abitacolo, il risultato sarà una profumazione molto delicata.

Coronavirus, il mondo dell’auto si riconverte

Il mondo dell’auto riconverte la sua produzione: ecco tutte le imprese italiane e non che hanno iniziato a produrre mascherine, ventilatori e sistemi per la protezione.

In un periodo in cui ciò che pensavamo fosse importante viene meno e la richiesta di cose che davamo per scontate cala inesorabilmente di fronte alle statistiche e alla realtà, il mondo dell’auto non può esimersi dal contribuire a migliorare la situazione.

Il capo della Protezione Civile Borrelli, in un’intervista rilasciata il 24 marzo, ha quantificato la necessità di avere a disposizione circa 90 milioni di mascherine al mese.

Quindi c’è bisogno dell’impegno di tutti.

Qualche esempio dal mondo dell’auto.

Fca riconvertirà uno stabilimento in Cina per produrre mascherine facciali, arrivando a crearne oltre un milione al mese destinate agli operatori sanitari.

Gli ingegneri di Fca e Ferrari collaborano attivamente con Siare Engineering, l’unica azienda italiana produttrice di ventilatori polmonari, per aumentarne la produzione.

Lamborghini ha adibito alcuni reparti del suo stabilimento alla creazione di mascherine, realizzandone circa 1000 al giorno impegnando operatrici e operatori di selleria.

Allo stesso modo saranno realizzate visiere protettive mediche in policarbonato, nel numero di circa 200 al giorno.

“Questo è un momento davvero critico per l’America e per il mondo intero. È un momento di azione e cooperazione. Unendoci in più settori, possiamo fare davvero la differenza per le persone bisognose e per quelle in prima linea in questa crisi - ha dichiarato Bill Ford – Alla Ford sentiamo un profondo obbligo di intensificare la nostra attività e contribuire concretamente nei momenti di necessità, proprio come abbiamo sempre fatto nei 117 anni di storia della nostra azienda.”

Così la Ford è in trattiva con il governo Trump per la fabbricazione di nuovi macchinari sanitari e mascherine.

In Gran Bretagna, il Governo ha chiesto ai produttori di auto locali di impegnarsi nella fornitura di respiratori per i pazienti ricoverati data l’emergenza innescata dal Covid-19.

La Casa automobilistica di Shenzhen, la BYD Auto, ha confermato che da fine gennaio produce mascherine e disinfettanti per le mani, circa 300mila bottigliette al giorno.

La BYD già leader nella produzione di auto ha oggi un altro primato, quello nella produzione di maschere protettive: infatti ne produce circa 5 milioni al giorno.

Crollo dei furti d’auto durante il coronavirus

Sarà anche una magra consolazione, ma durante il mese di marzo è stato registrato un crollo dei furti d’auto.

I furti d’auto, dopo anni di flessione positiva, nel 2018 sono ripresi con grande vigore.
Le regioni più colpite sono state la Campania, il Lazio e la Lombardia e le auto più rubate i Suv, le Fiat Panda, le 500 e le Lancia Y.
I ladri si adeguano alle richieste del mercato, rubando le auto più diffuse o con i ricambi più richiesti.

Gli stratagemmi usati sono molti e tecnologici, per esempio l’uso di una chiave con la quale forzare la portiera e accedere alle informazioni del transponder così da ricreare la chiave giusta; oppure attraverso il cosiddetto “relay attack”: il ladro in tal modo non forza la portiera, ma deve solo captare il segnale della chiave elettrica.
In questo periodo oltre ad aspetti negativi che incidono pesantemente sulla nostra normalità, qualche buona notizia ci arriva dal mondo delle automobili.

Dal giorno successivo all’emissione del decreto Cura Italia è stato registrato un crollo del 85% dei furti d’auto rispetto alla media settimanale dello scorso anno.
Il dato ci viene confermato dai risultati di una ricerca di Targa Telematics ed è riferito alle auto appartenenti alle flotte aziendali e a quelle a noleggio a breve termine.

“Evidentemente queste misure sono riuscite a disincentivare alcuni comportamenti criminali, uno degli unici vantaggi legati a questa situazione di cui poi ci auguriamo di continuare a godere, almeno in parte, quando torneremo alla normalità”. – commenta Nicola De Mattia, amministratore delegato di Targa Telematics.
Il decremento è costante in tutte le regioni italiane e sono state registrate intere giornate con assenza di furti.

Targa personalizzata: cosa fare per ottenerla

La personalizzazione delle targhe auto è lecita in molti stati, tra cui gli Usa, gli Emirati Arabi, la Germania e l’Australia.

Negli Usa ad esempio, ognuno dei 50 stati ha la propria targa, che può essere personalizzata con le caratteristiche della zona: cactus e deserto per il Nevada, spiagge e palme per la California e ora emoji per il Vermont.

La proposta di legge della deputata Rebecca White prevede l’utilizzo di 6 tra le faccine che giornalmente utilizziamo per comunicare qualcosa, anche se non si sa ancora quali saranno le prescelte!

Gli emoticon potranno essere aggiunti alla sequenza casuale generata dalla motorizzazione.

Ovviamente la modifica avrà un costo e genererà un guadagno per le casse dello stato.

Tutto questo può sembrare stravagante, ma non lo è più di tanto se pensiamo che una decina di anni fa un emirato arabo di Abu Dhabi pagò la cifra astronomica di 14 milioni di dollari per avere la propria targa con il numero 1.

Come ottenere una targa personalizzata in Italia

Come funziona invece nel nostro paese?

Anche in Italia è possibile richiedere la propria targa personalizzata al Dipartimento dei Trasporti Terrestri, pur con molte limitazioni dettate proprio dal sistema della sigla alfanumerica previsto dalla normativa vigente.

Le targhe personalizzate conservano la stessa struttura di quelle tradizionali, con due lettere, seguite da tre numeri e da altre due lettere.

L’articolo 100 del Codice della Strada disciplina tale richiesta.

A incrementare i limiti e far demordere dalla personalizzazione il fatto che non possano essere utilizzate le lettere Q, I, O e U in quanto facilmente confondibili e che la sequenza alfanumerica non possa cominciare con le lettere X, Y e Z.

Il costo da sostenere è di circa € 150 per un veicolo da immatricolare e la cifra sale per un veicolo già in circolazione.

Questo tipo di soluzione potrebbe avere benefici per gli introiti dello Stato, ma in realtà in Italia la personalizzazione delle targhe auto è ancora molto lontana.

A te piacerebbe questa idea?