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Autore: autoscuolenelweb

Buon compleanno semaforo!

Non tutti forse lo sanno, ma in questi giorni ricorre il compleanno del primo semaforo installato in Italia.
Nel 1925 Milano, al pari delle altre città europee, si trovò a dover affrontare numerosi problemi relativi alla viabilità stradale causati dalla sempre più massiccia presenza di veicoli a combustione fossile. Per questo motivo il primo aprile la polizia urbana locale mise in atto un nuovo regolamento per disciplinare la circolazione dei pedoni e dei veicoli.

Tra le varie disposizioni, come ad esempio l’obbligo dei pedoni di camminare sui marciapiedi, vi era poi un’ indicazione relativa all’imminente installazione di un nuovo sistema di gestione del traffico:
il movimento dei veicoli e dei pedoni sarà regolato, mediante segnalazioni luminose, con un semaforo centrale”.

Dopo aver visto gli ottimi risultati nelle altre città europee, che avevano già sperimentato positivamente questo sistema, si pensò che anche a Milano, potesse essere la soluzione al traffico cittadino.
Il primo esemplare fu collocato tra piazza del Duomo, via Orefici e via Torino.
All’inizio però la notizia venne accolta con scetticismo e il sistema di regolazione stradale lasciò spiazzati un po’ tutti, sia i cittadini che gli “addetti ai lavori”.
Per esempio, i milanesi rimasero sbalorditi dal giorno scelto per l’inaugurazione, il primo aprile 1925, un mercoledì feriale.
Si era soliti organizzare eventi nei giorni festivi, così che tutti potessero partecipare.
Inoltre, il semaforo non era automatico ed era regolato a distanza dai vigili urbani, impreparati a gestire il nuovo sistema.

Le cronache dell’epoca raccontano di innumerevoli disagi alla circolazione durante il giorno inaugurale. A migliaia si riversarono in strada per vedere all’opera il nuovo strumento, mentre i veicoli sulle carreggiate rimasero bloccati in lunghissime code di due e tre file.
Un repentino passaggio dal verde al rosso causò anche un tamponamento.

Nonostante il disagio iniziale, Milano fece da apripista italiana a questa nuova rivoluzione, estesa poi ad altre città italiane.
Un sistema che ha cambiato per sempre la viabilità cittadina.

Pneumatici con l’etichetta: novità da maggio 2021

A partire dal prossimo maggio sono previste modifiche alle sigle e ai codici che identificano i pneumatici. 
La nuova carta d’identità delle gomme auto sarà più chiara e trasparente, con un QR code per accedere al database europeo. 

A partire dal 1 maggio 2021 tutti i produttori dovranno adeguarsi al regolamento europeo con lo scopo di fornire al consumatore maggiori informazioni e guidarlo in una scelta più consapevole. 
Le novità introdotte si traducono in maggiori informazioni circa la sicurezza, la silenziosità e l’efficienza in termini di consumo carburante. 

Classi pneumatici sull’etichetta

Sulla nuova etichetta europea sono state riviste le classi di resistenza al rotolamento e di frenata sul bagnato, inoltre il livello di rumorosità verrà indicato con il numero di decibel e le classi A, B e C. 

Ulteriori novità con l’inserimento di due pittogrammi che indicano se il pneumatico ha un’aderenza sulla neve conforme alla normativa vigente, riconoscibile grazie al simbolo del fiocco di neve. 
 
Sempre a partire da maggio 2021, queste informazioni dovranno essere disponibili sull’etichetta adesiva anche per i pneumatici dei veicoli commerciali pesanti (Classe C3).  
Rimarranno invariate le classificazioni dalla A alla C.  
I pneumatici C1 e C2, rispettivamente per auto e furgoni, che per rotolamento e aderenza sul bagnato appartenevano alla classe E, saranno assegnati alla classe D. 
Mentre i pneumatici che occupavano le precedenti classi F e G cambieranno in classe E.  
I consumatori potranno ottenere ulteriori informazioni scansionando il QR code posto nell’angolo in alto a destra dell’etichetta. 
Il QR code permetterà di collegarsi al database EPREL (European Product Registry for Energy Labelling), dove sono registrate tutte le schede informative dei prodotti, le date dell’inizio e della fine della produzione dei vari modelli e tutti i valori dell’etichetta. 
In particolare le schede informative continueranno a essere inserite dal produttore del penumatico che continuerà a gestire anche l’assegnazione delle classi. 
Per es. Continental, sulla base di queste nuove indicazioni, ha annunciato che tutti i pneumatici del nuovo modello saranno conformi al regolamento e consegnati ai clienti con ulteriori specifiche, come il nome della linea e l’European article numbering (EAN). 
 
Insomma l’obiettivo è quello di informare il consumatore sui pneumatici più  
efficienti sotto il profilo del consumo carburante e degli spazi di frenata. 

Progetto Purifygo, gli autobus che purificano l’aria

Dopo essere stato presentato l’8 febbraio alla regione Marche, il progetto pilota “Purifygo” finalmente è operativo.

Chiamato così dall’unione delle parole “purify” e “go”, questo progetto punta a migliorare la qualità dell’aria coinvolgendo mezzi pubblici.
Ed è proprio dalla Conerobus, azienda di trasporto locale che nasce l’idea, finanziata poi dalla regione Marche con circa 160 milioni di euro.

Il progetto “Purifygo” al momento è in fase di sperimentazione e la durata prevista è di tre mesi. Per realizzarlo la Conerobus ha dotato quattro dei suoi autobus di linea, tre ad Ancona e uno a Jesi, degli appositi dispositivi chiamati “Hardust” realizzati da Ansaldo Trasporti in grado di filtrare l’aria.

Questi dispositivi contengono due gruppi di filtri indipendenti, che durante la circolazione dei veicoli, sono in grado di catturare i livelli di particolato PM10 e PM 2.5 pulendo di fatto l’aria.

I numeri previsti lasciano ben sperare. Ciascun gruppo filtro è dimensionato per filtrare all’incirca 486.000 litri/h di aria. Se si tiene conto che un autobus è in funzione 12 ore al giorno, la capacità giornaliera di un sistema filtrante può tranquillamente raggiungere i 12 milioni di litri di aria/giorno per autobus.

Ma non solo. Facendo dei semplici calcoli e tenendo conto dei 4 autobus, del loro funzionamento e della durata del periodo sperimentale (tre mesi), arriviamo alla cifra di 4,2 miliardi di litri di aria filtrati.
Numeri davvero incoraggianti!

I dati che progressivamente verranno raccolti saranno monitorati attraverso un sistema cloud. All’interno dei bus sono infatti istallati due Datalogger equipaggiati con schede SIM per l’invio di sms e ogni 15 giorni Conerobus riceverà dei grafici su base giornaliera.

Al termine della sperimentazione i filtri verranno estratti da “Hardust”.
Il CNR (“Istituto di scienze e tecnologia per la mobilità sostenibile”, Napoli) si occuperà di studiare il rapporto tra particolato PM10 e PM 2.5 con l’aria, dati finali saranno inviati alla Regione Marche.

Simulazioni di guida, ecco i 5 videogiochi più amati

Nel campo videoludico uno dei generi più amati è sicuramente quello legato alle simulazioni automobilistiche.
Competitività, giocabilità, divertimento frenetico.
I giochi di guida, a partire dai primi esperimenti su cabinato fino ad arrivare ai prodotti moderni su consolle e pc, hanno da sempre tenuto incollate davanti allo schermo intere generazioni di giovani appassionati.

Ecco la lista di titoli che hanno fatto la storia delle simulazioni auto e che meritano di essere provati almeno una volta nella vita.

Gran Trak 10

Siamo nel 1974 e la storia dei videogiochi è ancora tutta da scrivere, visto che fino a questo momento imperversano sul mercato essenzialmente cloni di Pong. A dare però una forte scossa al mercato video ludico ci penserà Atari, con la produzione di Gran Trak 10.

Universalmente riconosciuto come primo gioco di guida automobilistica, questo titolo rappresenta una pietra miliare del campo video ludico anche per altre motivazioni. Per prima cosa Gran Trak 10 detiene il primato di essere il primo arcade ad utilizzare ROM per immagazzinare dati. Niente di elaborato, solamente una piccola memoria in grado di memorizzare gli sprite dell’auto, i dati della pista e i punteggi salvati.

Un’altra grande novità è la presenza, nel cabinato originale, dei controlli automobilistici. Mai prima di allora erano stati concepiti cabinati con volante, pedali e ben 4 marce.

Il gioco in sé, come è facile immaginare, appare molto semplice.
Una pista bianca vista dall’alto su sfondo nero che occupa tutto lo schermo e in mezzo una macchinina che dovremo guidare attraverso il percorso.

Prima caratteristica che salta subito all’occhio è la totale assenza di macchine avversarie. Lo scopo del gioco infatti è quello di accumulare il maggior numero di punti lungo il tragitto designato. È una sfida contro il tempo, dove il giocatore deve raggiungere dei checkpoint per ottenere tempo extra cercando nel frattempo di evitare le chiazze d’olio lungo il tragitto.

Da notare la totale assenza di musica di sottofondo. Per esaltare il tono simulativo del gioco infatti l’unico rumore presente è il rombo del motore.

Pole position

Arriviamo subito al video gioco di corse automobilistiche probabilmente più importante della storia: Pole position! Pubblicato nel 1982 da Namco e distribuito da Atari, per più di due anni rappresentò il cabinato più richiesto di tutto il mondo video ludico. Un gioco così iconico e rappresentativo che di fatto ha influenzato l’intero genere.

Nato inizialmente come Arcade, chi ha vissuto l’epoca d’oro delle sale giochi di certo lo avrà visto, negli anni successivi ha avuto conversioni per tantissime consolle casalinga: Amstrad CPC, Atari 2600, Atari 5200, Atari 8-bit, BBC Micro, Commodore VIC-20, Commodore 64, MS-DOS, Intellivision, Vectrex, ZX Spectrum. Senza contare gli innumerevoli “cloni” presenti in ogni consolle non ufficiale.

Ma parliamo del gioco.
Il gameplay risulta molto semplice. Una volta iniziata la partita prendiamo il controllo di una coloratissima vettura di Formula 1 (nella versione Arcade è rossa, arancione, viola, blu e azzurra) e ci troviamo a gareggiare nella “Fuji Speedway”, pista realmente esistente ai piedi del monte Fuji in Giappone. La guida del mezzo prevede accelerazione, freno e il cambio tra due marce mentre le fasi di gioco si dividono in:

  • QUALIFICA: Durante la fase di qualifica bisogna terminare un giro completo entro un tempo prestabilito di 120 secondi, stando attenti a non urtare altre macchine o i cartelli pubblicitari (con sponsor reali).
  • GARA: Una volta superata la fase di qualifica si presenta quindi la gara vera e propria. Pronti, partenza, VIA! Le automobili iniziano a sfrecciare e progressivamente la corsa diventa sempre più difficile e con più ostacoli. Alla fine di tre giri il gioco finisce e attribuisce un punteggio alla prestazione.

–Out Run

Prodotto dalla giapponese SEGA nel 1986, Out Run è un videogiochi di corse automobilistiche che all’epoca riscosse davvero un enorme successo commerciale. Fluido, coinvolgente e con una grafica davvero notevole questo gioco arcade negli anni successivi vede anche numerose riconversioni per consolle da casa (furono prodotte versioni per Sega Master System, Sega Mega Drive, Game Gear, Commodore 64, Amstrad CPC, Sinclair ZX Spectrum, Standard MSX, Amiga, Atari ST, MS-DOS e PC Engine). Riconversioni che non hanno interessato la Nintendo, all’epoca principale concorrente della SEGA nella famosa “console war”.

Inseriamo un gettone e iniziamo a giocare! Una volta premuto Start ci imbattiamo immediatamente in uno dei veri punti di forza del titolo: la scelta della colonna sonora tra tre proposte: “Magical sound shower”, “Splash wave” e “Passing breeze”.

Tutte e tre composti da Hiroshi “Hiro” Kawaguchi, questi brani regalano all’esperienza un tono meno simulativo e più divertente contribuendo di fatto a rendere questo gioco un vero e proprio cult.

Una volta scelta la musica, possiamo accedere alla schermata di inizio. Ci troviamo a bordo di una finta Ferrari TestaRossa decappottabile con accanto una ragazza bionda seduta vicino a noi, in attesa di partire su una strada piena di palme ai lati (tutto molto anni ’80).

Un’altra caratteristica peculiare del titolo è il gameplay non lineare. Stando ben attenti a evitare il traffico durante il tragitto si presenteranno infatti diversi bivi e sta al pilota scegliere la strada da seguire per raggiungere una delle cinque destinazioni finali. Una volta terminato il gioco, a seconda della destinazione scelta partirà una piccola animazione conclusiva (ironica e leggera) diversa.

Per concludere, OutRun è stato uno dei titoli che ha più rivoluzionato il genere e questo ha dato vita anche a una lunghissima serie di veri e propri cloni, come ad esempio la serie ”Lotus”.

–Hard drivin’

Hard Drivin’ è un videogioco arcade, simulatore di guida, pubblicato nel 1989 dalla Atari Games e destinato inizialmente sia alle sale giochi che alle autoscuole. Negli anni successivi furono sviluppate delle conversioni per Amiga, Amstrad CPC, Atari ST, Commodore 64, DOS, Atari Lynx, SegaMega Drive e ZX Spectrum.  

Iniziamo subito col dire che l’importanza del titolo viene dal fatto che Hard Drivin’ si presenta come primo simulatore di guida dotato di grafica tridimensionale poligonale. Questo videogioco avrà per la storia videoludica grande importanza e, quasi a volerlo rimarcare, anche il cabinato che lo ospita risulta enorme.

Il cabinato, infatti, presenta un vero e proprio abitacolo su cui sedersi ed è dotato dei classici comandi di guida quali volante, pedale di accelerazione e freno. Ma non solo! Infatti per la prima volta vengono aggiunti il pedale della frizione e un cambio a 4 marce più il folle (la maggior parte dei giochi di guida avevano solamente due marce, alta e bassa). Ciliegina sulla torta: la chiavetta di accensione per far partire il gioco.

Il gioco in sé all’epoca risultò avveniristico, anche se a vederlo oggi sembra invecchiato molto male. Un simulatore di guida puro, senza musiche di sottofondo e con una grafica minimale in 3D. Ma è bene ricordare due cose: primo, in un simulatore a uso professionale il comparto grafico passa un po’ in secondo piano e poi, siamo solo nel 1989!

Lo scopo di Hard Drivin’ è quello di terminare un percorso stradale con gallerie e un giro della morte (a dire il vero non troppo realistico) entro un minuto e mezzo. In caso di riuscita il gioco ci regalerà 45 secondi di “Extended play” di 45 secondi per un giro successivo.

Nota a parte, la velocità dell’auto. Essendo nata per essere utilizzata anche nelle autoscuole, la macchina che guideremo in Hard Drivin’  non raggiungerà mai velocità esagerate.

–Gran Turismo

È il lontano 1997 e il mondo delle simulazioni di guida sta per essere rivoluzionato da un titolo che non ha davvero bisogno di presentazioni. Il gioco in questione è Gran Turismo, sviluppato da Polyphony Digital e pubblicato da Sony Computer Entertainment per la Playstation. Fu un successo senza precedenti: primo capitolo di una lunga saga, è il videogioco più venduto della storia della prima console targata Sony con oltre 11 milioni di copie vendute nel mondo.

Gran Turismo offre una grafica 3D per l’epoca dei 32 bit veramente fantastica e, a distanza di ormai 24 anni, non sembra invecchiata neanche troppo male. Il vero punto di forza di questa simulazione però è la possibilità di utilizzare oltre 290 veicoli su licenza (veicoli veramente esistenti), ognuno dei quali con caratteristiche tecniche differenti.

Il gameplay offre al giocatore la possibilità di scegliere tra due modalità di gioco: “Arcade” e “GranTurismo”.

Nella prima modalità il giocatore può scegliere tra un vasto elenco di automobili per partecipare a gare singole e sfidare altri giocatori. La simulazione in GranTurismo invece è più complessa. Il premio della vittoria è in denaro, che servirà a modificare la propria macchina o a comprarne di più potenti.

Questi sono i cinque titoli che hanno fatto la storia delle simulazioni di corse automobilistiche. Sei d’accordo con questa lista?

Extreme E-Racing: si comincia!

Tutto ormai sembra pronto per l’inizio dell’Extreme E-Racing Championship, il nuovo campionato mondiale dedicato alle fuoristrada elettriche.

Dopo varie battute d’arresto causate dalla pandemia finalmente la stagione Extreme E-Racing Championship può incominciare: dieci squadre internazionali in gara con i propri veicoli elettrici nei luoghi più remoti e incontaminati nel mondo.

I partecipanti

Al momento le squadre iscritte alla competizione sono dieci e ognuna di esse dovrà essere composta da un pilota e un copilota di sesso opposto. Da regolamento, proprio per rispettare e garantire parità di genere, durante le gare l’equipaggio dovrà darsi il cambio di ruolo dopo ogni giro.

La lista dei piloti è in continuo aggiornamento e non mancano certo nomi di peso, basti pensare alla presenza di Sébastian Loeb, considerato uno dei più forti piloti della storia. Il numero dei piloti potrà variare, infatti ogni squadra può scegliere fino a tre coppie diverse di piloti durante le cinque gare previste dalla competizione.

Recentemente alla lista delle squadre si è unita anche l’inglese JBXE, gestita dall’ex campione di Formula Uno Jenson Button, il quale farà anche da pilota.  

LE TAPPE DELL’EXTREME E-RACING

Questa  competizione, che avrebbe dovuto iniziare il 23 gennaio, nasce con l’obiettivo di sensibilizzare l’opinione pubblica sul tema dei cambiamenti climatici e di conseguenza la scelta delle tappe non è certo casuale. Cinque appuntamenti in cinque territori incontaminati e remoti che rischiano di essere danneggiate.

Come annunciato recentemente dall’organizzazione, il nuovo calendario fissa l’inizio ufficiale dell’evento il 3 e 4 aprile. La prima tappa, denominata “Desert X-Prix” si terrà in Giordania, nel deserto già patrimonio dell’UNESCO di Wadi Rum, Alula.
A seguire sarà il turno dell’ “Ocean X-Prix”, che vedrà gareggiare i concorrenti il 29 e 30 maggio nei pressi del Lago Rosa di Dakar, in Senegal.

La successiva tappa della competizione si svolgerà tra i fiordi della Groenlandia. Il 28 e 29 agosto appuntamento a Kangerlussuaq, per l’“Artic X-Prix”

Non poteva certo mancare una tappa dedicata alla foresta amazzonica. Il quarto incontro, previsto per il 24 e 25 ottobre, verrà quindi ospitato in Brasile, precisamente a Parà.

Questa prima stagione dell’ Extreme E-Racing championship terminerà infine con la “Glacier X-Prix”, l’11 e il 12 dicembre, tra i ghiacci della Terra dei Fuochi in Argentina.

Quest’ultimo evento inizialmente doveva, secondo le idee degli organizzatori, essere svolto in Nepal, ma a causa di difficoltà logistiche non è stato possibile.

LA COMPETIZIONE

L’ Extreme E-Racing championship presenta dei tratti davvero unici e innovativi. In ognuna delle cinque tappe previste, ogni squadra dovrà compiere due giri del circuito (per una distanza totale di 16 km) e le gare verranno divise in due giornate.

Si inizia il sabato, con due turni di qualifica e un totale di 4 gare.

Qualifica 1: All’inizio gli equipaggi saranno divisi in due gruppi separati mediante sorteggio per dare vita a due gare distinte, gara 1 e gara 2.

Qualifica 2: La prima e la terza classificata di gara 1 verranno abbinate con la seconda e la quarta di gara 2. Stessa logica per la seconda gara di qualifica: la prima e la terza classifica di gara 2 andranno a competere con la seconda e la quarta di gara 1.

Le prime due squadre classificate in entrambe le gare di qualifica 2 potranno accedere alla semifinale 1 mentre le ultime faranno parte di un’altra semifinale, la “Crazy Race”.

Queste due semifinali, assieme alla finale, verranno svolte la domenica seguente.

Semifinale 1: le 4 migliori di qualifica 2 si sfideranno tra loro e solo le prime tre potranno accedere alla finale.

Semifinale 2 (crazy race): Le peggiori di qualifica 2 gareggeranno tra loro. In finale andrà soltanto il vincitore.

Finale: i quattro team qualificati avranno accesso alla gara finale.

La squadra vincente avrà diritto a 20 punti, la seconda a 15, la terza a 10 e la quarta a 5. Chi viene escluso dalla semifinale 1 avrà invece 4 punti, la seconda della Crazy Race 3 punti e poi a scalare 2 e 1 punto per le ultime due.

Constatazione amichevole: dove trovare e come compilare il modulo

Ognuno di noi nella propria auto dovrebbe avere un modulo per la constatazione amichevole.
La speranza è sempre quella che gli incidenti in auto non accadano, ma sappiamo che la realtà è ben diversa.
Quando si tratta di piccoli incidenti, che intaccano solo il veicolo e non le persone, dovremmo essere pronti a tirare fuori dal cruscotto il modulo.
Il Modulo Blu è lo strumento con cui le rispettive assicurazioni possono intervenire risarcendo i danni.
Quindi il Cai attesta la dinamica o la cronistoria di un incidente ed è il modo più semplice per ottenere il giusto indennizzo per il risarcimento danni.

Constatazione amichevole: dove trovare il modulo

Quante volte capita di fare un incidente, di accostare con la macchina in procinto di compilare il modulo e di renderci conto di esserne sprovvisti?
Il Modulo Blu per la constatazione amichevole di incidente (CAI) è solitamente fornito dalla propria compagnia assicurativa al momento della sottoscrizione di una polizza RC auto.
Si tratta, comunque, di un documento reperibile online sui siti delle diverse compagnie o su piattaforme abilitate.

Come compilare il CAI

Niente paura, le istruzioni per la compilazione sono riportate sull’ultimo foglio.
Per compilare il CAI è necessario disporre di una serie di documenti personali e inerenti la vettura: il certificato di assicurazione, la patente e il libretto di circolazione, dal quale possono essere tratte tutte le informazioni che vanno inserite nelle tre sezioni principali del documento.
Dopo aver inserito la data, il luogo e l’ora dell’incidente, se ci sono feriti o comunque danni a cose, si passa ai dati delle vetture coinvolte. (seconda sezione)
La parte più importante del modulo è quella che riguarda la dinamica dello scontro, perché permette di attribuire la responsabilità a uno dei soggetti.
Per farlo, in maniera dettagliata, sul foglio è presente uno spazio su cui disegnare la posizione dei veicoli e la strada ed è possibile corredare il Cai con foto.

Entro quanto tempo dall’incidente consegnare il modulo?

Il modulo va compilato e consegnato alla propria compagnia assicurativa entro e non oltre tre giorni dall’accadimento del sinistro.
Ciascuno dei conducenti dei veicoli coinvolti nell’incidente deve presentare una copia firmata da tutte le parti.
Se uno dei soggetti coinvolti dovesse rifiutare di firmare, il danneggiato deve compilare ugualmente il modulo per riportare la propria versione dei fatti in ambito processuale.
Per lo stesso motivo è utile assicurarsi della presenza sulla scena dell’incidente di eventuali testimoni. Se la constatazione è amichevole, le compagnie non necessitano di verificare le modalità del sinistro e allo scadere dei 30 giorni dalla data dell’incidente, verrà effettuata l’offerta di risarcimento.

Le 5 auto che hanno fatto la storia del cinema e della tv italiana

Le macchine sportive non sono solo protagoniste del cinema inglese o americano, ma hanno fatto la storia anche delle pellicole italiane.
Auto entrate a far parte dell’immaginario collettivo, che ben rappresentano non solo storie inventate, ma anche la realtà culturale, economica e sociale dei vari periodi.

Ecco, quindi, le 5 auto più famose del cinema nostrano:

La Lancia Aurelia B24 S del Sorpasso, capolavoro di Dino Risi con Vittorio Gasmann e Jean Louis Trintignat.
Se a fine anni ‘50 questo modello era il simbolo dell’eleganza e della raffinatezza, grazie al film, si trasforma nell’ideale dell’auto aggressiva e potente.
La macchina è più volte danneggiata durante le riprese proprio da Gasmann ed è stata venduta all’asta per quasi un milione di euro, dimostrazione del forte valore affettivo ed emozionale.

La Fiat Ritmo, scelta come veicolo in una delle decadi più proficue per il cinema nostrano.
Protagonista di commedie, film d’azione, pellicole drammatiche e serie tv di successo come La Piovra con Michele Placido.
Principalmente presente nelle commedie come Acqua e Sapone con Carlo Verdone e la Sora Lella, ma anche in “Bomber” con Bud Spencer e Jerry Calà e tanti altri bellissimi film del periodo.
La Fiat Ritmo diventa emblema della mobilità italiana degli anni ‘80, ben rappresentata dalle pellicole che hanno divertito intere generazioni e che ancora oggi intrattengono chi ama la commedia italiana.

– E a proposito di commedia, come non menzionare l’Autobianchi Bianchina Berlina, conosciuta meglio come l’auto di Fantozzi?
Un’auto diventata emblema della “nuvoletta” della sfiga, anche se, non ci crederai, in quegli anni era la variante chic della Fiat500.
Tra il 1962 e il 1969 furono prodotti circa 69.000 esemplari.
Al di là della fama cinematografica, la Bianchina era un’auto con una buona abitabilità, affidabile e con finiture curate.

– La Fiat 500 Giardiniera. Chi non ricorda il grande Alberto Sordi nel “Un Borghese piccolo piccolo”?
Con la sua 500 Giovanni-Sordi, forza il blocco per la costruzione della Tangenziale Est per raggiungere il centro di Roma.
La Giardiniera sfida l’ingorgo davanti al Ministero alla ricerca di un parcheggio, rappresentando la follia metropolitana che Monicelli racconta così bene.

– Sicuramente meno blasonata delle precedenti, la Daewoo Nubira, protagonista del film di Aldo, Giovanni e Giacomo “Tre uomini e una gamba”.
L’auto, detta “Il Paradiso della Brugola”, è il mezzo che progressivamente si distrugge, si sporca e viene fiaccato come lo spirito dei tre che la usano per spostarsi da Milano a Gallipoli per un matrimonio che sembra una condanna.
Vivranno diverse esperienze, spesso dentro la macchina, ed è come se l’auto fosse la metafora abbozzata della loro frustrazione prima e della loro libertà tramite la fuga poi.

Auto: tornano gli incentivi per i veicoli a bassa emissione

Il Governo italiano al fine di sostenere il mercato dell’auto riconferma per il 2021 gli incentivi a favore dell’acquisto di veicoli a bassa emissione.
È possibile prenotare il bonus auto 2021 dal 18 gennaio. Incentivi non solo per l’acquisto di veicoli elettrici e ibridi, ma anche per euro 6 a motorizzazione termica. 

Come si ottengono gli incentivi?

Per accedere agli incentivi ci si dovrà affidare ai concessionari, che dalla data del 18 gennaio, hanno potuto prenotare il contributo sulla piattaforma dedicata del Mise.
La procedura di registrazione, secondo quanto dichiarato dal Mise, avviene in due fasi: nei primi giorni il venditore ha semplicemente registrato i propri dati identificativi, successivamente si inserisce l’ordine e la prenotazione dell’incentivo.
Dalla richiesta si avranno poi fino a 180 giorni di tempo per la consegna del veicolo.
Inoltre sarà possibile controllare l’esaurimento delle risorse attraverso un contatore visualizzabile sul sito.

Ecobonus 2021 relativo alle categorie L, M, N

Dal gennaio 2021, come anticipato, sono disponibili oltre 700 milioni di euro per i cittadini per l’acquisto di veicoli a basse emissioni relativi sia alle categorie dei motocicli L1 e delle auto M1 sia alla nuova categoria dei veicoli commerciali N1.

Di norma i veicoli sono classificati in base alla massa massima, ovvero la somma delle masse del veicolo con o senza rimorchio, cioè a pieno carico tecnicamente ammissibile.
Le categorie contemplate sono:
Categorie “M”: Veicoli a motore progettati e costruiti per il trasporto di persone, aventi almeno quattro ruote. Questa viene ulteriormente suddivisa in veicoli per il trasporto di persone aventi almeno 8 posti a sedere oltre al conducente, veicoli per il trasporto di persone e massa non superiore a 5 t e veicoli con massa superiore alle 5 t.
Categorie “N”: Veicoli a motore progettati e costruiti per il trasporto di merci e aventi almeno quattro ruote; anche in questo caso è prevista un’ulteriore classificazione legata alle tonnellate.
I ciclomotori, i motocicli, a tre o quattro ruote appartengono alla categoria L.

Riviste le soglie per gli eco-incentivi

La piattaforma alla quale possono accedere i venditori è stata aggiornata con le modifiche per il 2021.
Infatti ai contributi già previsti dalla Legge di Bilancio 2019 e dai successivi decreti Rilancio e Agosto, si aggiungono ulteriori risorse per l’acquisto di auto a bassa emissione.
Le fasce per cui è previsto un contributo sono tre e riguardano le auto che emettono fino a 20 g/km e da 21 a 60 g/Km di CO2, per le quali l’importo rimane invariato rispetto agli interventi statali precedenti e le vetture che emettono fino a 61 g/km di CO2.
In quest’ultimo caso per accedere al bonus è necessario rottamare l’auto.
I contributi concessi per le fasce di emissione 0-20 g/KM e 21-60 g/Km sono rifinanziati con 120 milioni di euro per il 2021.
Questi gli incentivi nel dettaglio:
0-20 g/km (elettriche e ibride ricaricabili all’esterno): 10.000 euro con rottamazione e 8.000 euro senza rottamazione
21-60 g/km (principalmente ibride ricaricabili): 6.500 euro con rottamazione e 3.500 euro senza
61-135 g/km (auto con motore termico): 3.500 euro con rottamazione.

È stato poi introdotto un nuovo incentivo sui veicoli commerciali leggeri N1 e M1 speciali, proporzionale alle emissioni e finanziato con 50 milioni di euro.

Incentivi compatibili con l’acquisto a rate e Isee

La richiesta di incentivi è compatibile con l’acquisto dell’auto a rate.
La legge di Bilancio 2021 prevede poi che, nel caso in cui l’acquisto del veicolo sia subordinato al totale o parziale finanziamento dell’importo, si applicano le disposizioni di cui all’articolo 6 del D.lgs. n. 141/2010, e l’acquirente può in ogni caso estinguere o surrogare il finanziamento in qualsiasi momento e senza penali.
Infine, un aiuto concreto arriva per le famiglie con Isee inferiore a 30mila euro.
In tal caso chi acquisterà un’auto elettrica (anche in leasing) con prezzo di listino inferiore ai 30mila euro Iva esclusa, gioverà di uno sconto del 40% sul prezzo, fino a esaurimento delle risorse. Termine massimo per l’acquisto è il 31 Dicembre e il bonus non è cumulabile con altri incentivi.

Gli obiettivi da parte dello Stato sono chiari: da un lato sostenere il mercato dell’auto e dall’altro incentivare la mobilità elettrica rinnovando il parco auto presente sul territorio.

Supercharger: le ricariche veloci di Tesla

Le Supercharger sono le ricariche veloci offerte da Tesla ai possessori dei propri veicoli elettrici, in grado di ridurre notevolmente i tempi di ricarica e di offrire un’integrazione del veicolo nell’ecosistema Tesla.

In Italia le vetture elettriche non hanno ancora conquistato una grande fetta di mercato, nonostante le numerose politiche per incentivare il loro acquisto, vedi le Leggi di Bilancio. Al di là di un cambiamento che deve essere culturale, a rendere il guidatore italiano scettico sulla mobilità elettrica è la mancata disponibilità di colonnine e il fatto che ogni vettura sia dotata di un sistema a parte.

Inoltre i veicoli elettrici hanno un prezzo molto alto (ad esempio il modello Tesla Model Y parte da 55.980 euro per la versione Long Range a trazione posteriore).

Partendo dal presupposto che l’elettrico rappresenta inesorabilmente il futuro della mobilità, l’azienda di Elon Musk ha aumentato per gradi la rete dei SuperCharger sul territorio nazionale.
Alessandria, Como, Roma ovest, Olbia, Oristano sono solo alcune delle città toccate da questa novità. (la presenza delle isole è molto interessante, perché fino ad oggi non erano state coinvolte).

Le ricariche Tesla: vantaggi e svantaggi:

– il veicolo, partendo dalla destinazione, elabora il tragitto migliore tenendo conto dell’autonomia della ricarica.
– viene fatta una stima del tempo di sosta alla colonnina
– le stazione supercharger sono dislocate presso il tratto autostradale o all’interno di strutture quali hotel e centri commerciali così da agevolare il tempo della sosta.
Inoltre, al proprietario del veicolo non è richiesto il possesso di tessere e un’app: lo stallo di ricarica una volta collegato riconosce il veicolo e manda tutti i dati necessari al pagamento sull’account personale.

Tra gli svantaggi, è stato dimostrato che un utilizzo continuo dei supercharger danneggia la batteria; per questo Tesla stessa, dopo un tot di ricariche super rapide, ne diminuisce la velocità.

Articolo 169 del Codice: come trasportare gli animali in macchina

In Italia il trasporto di animali, gatti o cani, è regolato dalla legge, e precisamente dall’articolo 169 del Codice della Strada.
Gli animali sono ammessi purché custoditi nell’apposita gabbia o contenitore, oppure nel vano posteriore diviso da una rete, perché potrebbero divenire causa di disattenzione da parte del guidatore.

Vediamolo nel dettaglio:
Sui veicoli diversi da quelli autorizzati a norma dell’art. 38 del decreto del Presidente della Repubblica 8 febbraio 1954, n. 320, è vietato il trasporto di animali domestici in numero superiore a uno e comunque in condizioni da costituire impedimento o pericolo per la guida. È consentito il trasporto di soli animali domestici, anche in numero superiore, purché custoditi in apposita gabbia o contenitore o nel vano posteriore al posto di guida appositamente diviso da rete od altro analogo mezzo idoneo che, se installati in via permanente, devono essere autorizzati dal competente ufficio provinciale della Direzione generale della M.C.T.C.”

Questa norma in pratica ci dice che trasportare animali in auto senza le dovute precauzioni è vietato dalla legge e ci indica tre modi per farlo in regola:

  • Cinture di sicurezza per cani: sono delle imbragature che vengono agganciate alle cinture di cui è dotata l’auto. Vengono vendute in qualsiasi negozio di animali. Queste vanno collegate alle cinture di sicurezza posteriore a tre punti e sono dotate di una pettorina che consentirà al cane di non soffrire per lo sfregamento.
  • Trasportino: la classica gabbietta di plastica con la chiusura di sicurezza. È disponibile in diversi formati, a seconda della grandezza dell’animale in questione. È un dispositivo importante anche in caso di incidente, perché evita che l’animale si faccia male o arrechi un danno al guidatore.
  • Rete divisoria: una rete elastica a maglia larga che divide il bagagliaio dal resto dell’autovettura. L’art. 169 del Codice della Strada inoltre indica che l’istallazione permanente di questa rete deve essere autorizzata dal Dipartimento per i Trasporti Terrestri.
    Il montaggio della rete non limita la capacità di carico e non richiede modifiche alla vettura.

Non dobbiamo sorprenderci della presenza nel codice di un articolo ad hoc, perché molto spesso vediamo animali al posto del passeggero, per dirne una!

Attenzione: chi infrange queste regole rischia una sanzione che può variare da 68 euro a 265 euro, oltre che la decurtazione di un punto dalla patente.

Al di là della legge, quando trasportiamo degli animali in macchina è bene usare il buon senso.
Bisogna comprendere i loro bisogni: non sono abituati a viaggi lunghi e per questo ci viene consigliato di far salire l’animale a motore spento, di non farlo affacciare al finestrino, di avere sempre a portata di mano una ciotola con l’acqua e di fare soste frequenti.

Cinema e auto: i modelli cult

In questi ultimi decenni il cinema ha avuto la capacità di trasformare alcuni modelli di auto in icone della cultura pop
Queste vetture di fatto assumono il ruolo di veri e propri co-protagonisti dei film in cui sono presenti, rimanendo nella nostra memoria collettiva. 
 
5 modelli di auto che hanno fatto la storia del cinema: 
 
DeLorean DMC-12: una vettura che di certo non ha bisogno di presentazioni. Chi non ha mai desiderato salire, anche solo una volta, nella famosa quanto futuristica macchina del tempo di “Ritorno al futuro”? 
Il veicolo è esistito davvero ed è stato l‘unico modello costruito dalla DeLorean Moto Company.  
L’auto fu disegnata da Giugiaro, aveva porte ad ali di gabbiano e la carrozzeria in acciaio inossidabile non verniciata.  
Purtroppo, non ebbe successo di vendita e la sua produzione cessò addirittura prima dell’uscita del film. 
Il motivo? Le prestazioni della DeLorean erano inferiori rispetto ad altri modelli sportivi dell’epoca ed era mediocre dal punto di vista meccanico e dell’affidabilità. 
 
Curiosità: a partire dal prossimo anno questo modello tornerà sul mercato, ma ad un prezzo non proprio accessibile. Prezzo stimato centomila dollari. 

Monopattini elettrici: la nuova frontiera della mobilità green

Ecologico, pratico e facile da manovrare, il monopattino elettrico in Italia sta prendendo sempre più piede, ponendosi di fatto come soluzione al gravoso problema del traffico in città.
Una valida alternativa all’uso dell’automobile per gli spostamenti quotidiani in nome di una nuova micro mobilità green.
Si tratta di veicoli elettrici, quindi non inquinanti, alimentati con una batteria elettrica. Batteria facilmente ricaricabile attraverso un caricabatterie da inserire in qualsiasi presa di corrente a muro che assicura il funzionamento del mezzo per circa 30 km.

A seconda di alcune variabili, tra cui la potenza del motore e il peso del guidatore, il monopattino può raggiungere i 36 km/h e, a causa della sua potenziale pericolosità, si è sentita la necessità di regolamentarne l’utilizzo.
Da questa premessa nasce quindi la legge 160 del 27 dicembre 2019, legge che dal 1° gennaio 2020 equipara i monopattini elettrici ai velocipedi, ossia alle biciclette (e proprio come per queste ultime non vi è obbligo di assicurazione o targa).

Il testo recita:
 “I monopattini che rientrano nei limiti di potenza e velocità definiti dal decreto del Ministro delle infrastrutture e dei trasporti 4 giugno 2019, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 162 del 12 luglio 2019, sono equiparati ai velocipedi di cui al codice della strada, di cui al decreto legislativo 30 aprile 1992, n. 285.”

Requisiti per l’utilizzo del monopattino elettrico

Il monopattino, equiparato dalla legge alla bicicletta, deve sottostare a precisi requisiti.
Il motore dovrà disporre di una potenza non superiore ai 500 w, la sua velocità massima non dovrà superare i 20 km/h (6 km/h nelle aree pedonali) e per questo, deve essere dotato di un limitatore di velocità.
L’utilizzo di questo veicolo è circoscritto alle strade urbane con limite di velocità massimo di 50 chilometri orari e alle strade extraurbane (se è presente una pista ciclabile), ma solo all’interno della pista stessa e delle aree pedonali urbane.
Il monopattino non può circolare sulle strisce pedonali e sulle aree riservate ai pedoni.
Tutte le persone che abbiano compiuto almeno quattordici anni di età possono mettersi alla guida del veicolo green. Infatti non è necessario aver conseguito alcuna patente e, ma solo nel caso in cui il guidatore fosse maggiorenne, utilizzare il casco protettivo.
Obbligatori invece sono alcuni accessori necessari per poter circolare legalmente quali la luce anteriore, quella posteriore e il campanello.
Ultima regola da citare: da mezz’ora dopo il tramonto e nel caso in cui le condizioni atmosferiche siano avverse, è necessario indossare un giubbotto o delle bretelle catarifrangenti.

La diffusione del concetto di micro mobilità elettrica, incentivata anche dai bonus governativi, sembra finalmente essere a un punto di svolta. 
È il momento di concorrere tutti insieme al futuro del nostro pianeta: un futuro green!