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Autore: autoscuolenelweb

Tutti a bordo. Breve guida alle patenti nautiche

Per poter prendere il largo a bordo della propria imbarcazione è necessario aver prima conseguito la patente nautica. Ma quanti tipi di patenti nautiche esistono? Ed è sempre necessario conseguirla per navigare? Vediamolo assieme.

In Italia quella della navigazione è tradizione antichissima e ora che è arrivata l’estate è ora di prendere il largo. Per chi sta pensando all’acquisto di un’imbarcazione è necessario conseguire la patente nautica. O almeno una di esse, perché ne esistono di diverso tipo.

Quanti tipi di patenti nautiche esistono?

Secondo la legislazione italiana, le patenti nautiche possono essere suddivise in tre categorie distinte.

  • Categoria A. È la licenza più richiesta. Una volta conseguita permette di condurre e comandare natanti e imbarcazioni da diporto. Per chi non fosse a conoscenza della differenza tra i due termini, con natanti da diporto intendiamo le unità a remi o con scafo della lunghezza inferiore a 10 metri mentre con imbarcazioni da diporto invece quelle dalla lunghezza compresa tra i 10 e i 24 metri. Comprese tra queste unità vi sono inoltre le moto d’acqua.
  • Categoria B. Una volta presa questa licenza si possono condurre o stare al comando di unità di diporto, ovvero imbarcazioni a vela o a motore di lunghezza inferiore a 24 metri. Per richiederla è necessario aver prima conseguito da almeno 3 anni la patente A senza limiti dalla costa.
  • Categoria C. Permette di comandare e condurre unità da diporto dotati di determinati dispositivi elettronici. Questo tipo di patente è destinato a persone portatrici di patologie particolari.,

Le patenti A e C possono essere dedicate alla conduzione di unità entro le 12 miglia marine dalla costa oppure, a richiesta, senza limiti di distanze.

Quando scade la patente nautica?

Una volta conseguita la patente nautica, questa ha la validità di 10 anni dalla data di rilascio e scade il giorno del compleanno. Gli anni di rinnovo comunque sono variabili in base all’età del richiedente.

Il rinnovo infatti va effettuato:

  • Ogni 10 anni per chi ha meno di 50 anni.
  • Ogni 5 anni per chi ha meno di 70 anni.
  • Ogni 3 per coloro che hanno un’età compresa tra i 70 e gli 80.
  • Ogni 2 anni per chi ha più di 80 anni.

Eccezione viene fatta per la patente C. In questo caso infatti il rinnovo deve essere effettuato ogni 5 anni.

Cosa importante: il rinnovo deve essere effettuato solamente presso lo stesso ufficio da cui è stata rilasciata la patente nautica e solo se la richiede il titolare.

Si può navigare senza patente nautica?

La risposta è sì, anche se presenta notevoli limitazioni. Infatti senza alcuna patente è permessa la navigazione entro le sei miglia dalla costa e con imbarcazioni dal motore sotto i 30 kw con cilindrata inferiore a 750 cc. Inoltre l’imbarcazione non dovrà superare i 24 metri di lunghezza.

Importante tenere a mente che l’età minima per navigare è:

  • 18 anni di età per le imbarcazioni da diporto
  • 16 anni per i natanti
  • 14 anni per i natanti a vela con superficie velica superiore ai 4 metri quadrati e per unità a remi entro 1 miglio dalla costa

Pronti a salpare?

Imbarco auto e passeggeri sul traghetto

Hai prenotato il tuo viaggio in traghetto e porti con te la tua auto?


Prima di partire, però, ricorda che ci sono delle regole e dei documenti che devi avere con te al momento dell’imbarco.
Per prima cosa è importante conoscere le direttive della compagnia marittima.
Controlla, per esempio, le eventuali limitazioni di sbarco che possono interessare determinate isole. 
Infatti, se la tua meta sono le Egadi o le Isole Eolie, sappi che il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti ha regolamentato l’afflusso della circolazione.

Quali sono i documenti utili per l’imbarco l’auto?


Hai prenotato la destinazione e la data, allora non ti resta che presentarti all’imbarco con largo anticipo.
Se hai scelto una destinazione piuttosto gettonata, ci sarà da fare la fila, quindi armati di pazienza, acqua e cibo per i passeggeri.
Prima di partire controlla le indicazioni sul punto di imbarco al fine di evitare di sbagliare strada e fare ritardo.
Gli uffici portuali sono aperti due ore prima della partenza. Il tempo limite di presentazione per l’imbarco con le auto in traghetto è di 90 minuti, anche perché prima di accedere è necessario compiere il check-in.
Una volta entrato, dovrai parcheggiare l’auto nella stiva e assicurati di avere con te la patente e il libretto, ovviamente validi.
Come avviene per i passeggeri, anche l’auto deve essere dotata del suo biglietto, sul quale sono riportati il modello, la targa e tutte le caratteristiche che rendono il veicolo riconoscibile.
Al momento della prenotazione dovresti aver inserito tutti i dati necessari e indicato le dimensioni “fuori tutto”, ossia la lunghezza e l’altezza del veicolo comprensive di eventuali portapacchi, ganci, staffe, box, bauli e portabici.

Cosa segnalare prima della partenza in traghetto?

Prima dell’imbarco, segnala alla compagnia se possiedi un veicolo a gas liquido (GPL), infatti queste vetture vengono fatte parcheggiare in una sezione specifica, il cui accesso è permesso solo al guidatore.
È necessario, inoltre, presentarsi agli imbarchi con il serbatoio vuoto o chiuso, utilizzando il carburante alternativo.

Importante: Ogni auto sarà imbarcata dal solo conducente nel rispetto delle normative di sicurezza S.O.L.A.S. (Safety Of Life At Sea).
Durante la navigazione è vietato recarsi in garage, per cui è il caso di portare tutto l’occorrente per il tragitto con te.
Gli animali non rimangono in auto o in garage, ma vanno lasciati nelle aree apposite.


Ultimo consiglio: quando riprendi l’auto dal garage, aspetta prima di metterla in moto, per evitare di respirare e far respirare i fumi di scarico ai presenti.

Facci sapere se questo articolo ti è stato utile.

Idee per il prossimo viaggio in auto in Italia

Stai cercando idee per un prossimo viaggio? Sei alla ricerca dei posti più belli della nostra penisola?
L’Italia è un paese ricco di storia, di tradizioni e di posti meravigliosi.
Ovviamente fare una lista dei luoghi da dover visitare assolutamente almeno una volta nella vita è davvero difficile, ma ci proviamo lo stesso, ben consapevoli di avere omesso davvero tantissime altre opzioni.

Ecco cinque idee per tuo prossimo viaggio

Basilicata Coast to Coast

Nel 2010 la Basilicata ha raggiunto una grandissima visibilità nazionale grazie al film di Rocco Papaleo “Basilicata coast to coast”. Un meraviglioso film corale, delicato, suggestivo, che riesce nell’obiettivo di far scoprire al grande pubblico le bellezze di una delle regioni meno conosciute d’Italia.

Bagnata da due mari, la Basilicata ha da offrire al turista una varietà e un numero davvero elevato di luoghi da dover visitare. Molti percorsi partono da Maratea, incantevole borgo sul mare considerato la Perla Blu del Tirreno, ma poi scegliere un posto in favore di un altro è davvero difficile. Soprattutto se con l’automobile abbiamo la possibilità di spostarci rapidamente.

In un viaggio del genere, comunque, non si possono non visitare due luoghi fondamentali: Matera, capitale della cultura europea 2019, e Craco, piccolo borgo ormai quasi disabitato.

Cerca di visitare CastelMezzano. Paese riconosciuto come uno dei borghi più belli d’Italia e spesso citato come esempio di bellezza italiana dalla stampa internazionale, è un luogo che ti lascerà davvero a bocca aperta. Senza contare che a CastelMezzano è possibile fare il “volo dell’angelo”.
Di cosa si tratta? Vai a vederlo con i tuoi occhi.

Lago di Garda

Situato ai piedi delle Alpi, il lago di Garda (o Benaco) rappresenta una delle mete più amate dai turisti italiani. I dati geografici sono ben noti: è il lago più grande d’Italia, ha una dimensione di 368 km quadrati e si trova in mezzo a tre regioni, Veneto, Lombardia e Trentino Alto-Adige.

La sua costa è percorribile grazie a una delle strade panoramiche più belle e suggestive della penisola. Durante questo percorso puoi trovare antichi borghi, paesaggi incontaminati, spiagge e montagne. Certo, raggiungere questi luoghi in auto è un po’ complicato: le strade sono tortuose, strette e molto trafficate.

Ogni borgo ha la sua storia da raccontare. Tremosine, con le sue 18 frazioni, Malcesine, Borghetto sul Mincio…paesaggi medievali che sembrano provenire direttamente da un libro di favole. Pronto per quest’esperienza?

Il giro dell’Umbria

L’Umbria, grazie ai suoi paesaggi incontaminati e selvaggi, è considerata il cuore verde d’Italia. Essendo una regione prevalentemente montuosa, caratterizzata dalla presenza degli Appennini, le strade interne sono tortuose e vanno percorse prestando molta attenzione. Fidati, ne varrà comunque la pena!
L’Umbria infatti non è solo natura incontaminata. Ricchissima di piccoli borghi medievali incastonati fra le montagne e meravigliose città d’arte, questa regione è la meta perfetta per una vacanza all’insegna della storia e della tradizione. Chi non ha mai sentito parlare dell’incredibile bellezza di Perugia, di Todi, di Assisi, di Gubbio?

E già che sei in viaggio, fermati a gustare le prelibatezze culinarie locali: il tartufo nero, i salumi di Norcia, il cioccolato di Perugia.
E questo è solo l’inizio: scopri l’Umbria e fai un viaggio indietro nel tempo!

Costiera Amalfitana

La costiera Amalfitana, nella provincia di Salerno, non ha certo bisogno di presentazioni. Un vero e proprio paradiso naturale che affaccia sul mar Tirreno e, dal 1997, riconosciuto dall’UNESCO come “Patrimonio dell’umanità”.
Questa zona comprende 13 piccoli comuni, alcuni di essi parte integrante della cultura popolare italiana come Amalfi e Positano.

La costiera amalfitana è arte, cultura, tradizioni, spiagge meravigliose e delizie gastronomiche.

Per fare un tour completo dalla zona il modo migliore rimane quello di utilizzare l’automobile, ma fai attenzione al percorso tortuoso e al traffico in alcuni periodi dell’anno.

Le cinque terre

Ora passiamo alla Liguria e alle “Cinque Terre,” la costiera in provincia di La Spezia che comprende Monterosso al Mare, Vernazza, Corniglia (frazione di Vernazza), Riomaggiore e Manarola (frazione di Riomaggiore).
Cinque borghi, “terre” infatti è il nome che anticamente andava a indicare i borghi, che rappresentano una delle destinazioni più amate d’Italia, senza dimenticare che dal 1997 l’UNESCO li considera “Patrimonio dell’umanità”.
Unico neo alla visita di queste splendide zone, il fatto che i parcheggi sono davvero e riservati spesso ai residenti.

Ti sono piaciute le mete che ti abbiamo suggerito?
Leggi anche come viaggiare sicuri con i bambini.
E prima di partire fai controllare la tua auto!

Sole e salsedine: come proteggere la carrozzeria

Quando andiamo al mare in auto, spesso dimentichiamo che il sole e la salsedine possono rovinare la carrozzeria.

La bella stagione è alle porte e finalmente potremo tornare di nuovo in spiaggia. Sei pronto?
Una volta arrivato a destinazione però fai attenzione a dove parcheggi la tua automobile.
Il caldo e la salsedine potrebbero dar noia alla carrozzeria!

Ecco qualche trucco contro la salsedine

Il parcheggio

Al mare, la salsedine si deposita sulla vettura, è inevitabile! Piccolo trucco: parcheggia con la parte posteriore del mezzo rivolta verso la spiaggia.
Se ne hai la possibilità, inoltre, copri direttamente la macchina con un telo. Questo non solo protegge il veicolo da ogni agente esterno, ma evita anche di far surriscaldare l’abitacolo.

Un altro fattore da considerare è il caldo. In mancanza di un telo, per filtrare la luce solare, puoi comunque utilizzare un parasole da parabrezza, proteggendo così le superfici interne.

Il lavaggio dell’auto

La salsedine nel lungo periodo può danneggiare i metalli e farli arrugginire.
Per questo motivo, anche se può sembrare un’esagerazione, ogni volta che lasci l’automobile parcheggiata vicino alla spiaggia, dovresti lavarla.
Anche un semplice risciacquo, l’importante è rimuovere il sale depositato sulla carrozzeria.
Ricorda però di non utilizzare acqua calda: il calore non scioglie la salsedine, ma semplicemente la sposta in altre zone dell’automobile.

Gli interni dell’automobile

Come accennato prima, le alte temperature possono logorare gli interni del veicolo.
Certo rientrare da una vacanza al mare con la macchina insabbiata non è il massimo, vero?
Per questo motivo, sono molto utili i copri sedili e l’utilizzo di un aspiratore per rimuovere efficacemente tutti i granelli.
Quando invece è la salsedine a intaccare la tappezzeria, è consigliato utilizzare prodotti a schiuma secca, che vanno a rimuovere lo sporco del tessuto senza rischiare di rovinarlo.

Piccoli gesti, che ci faranno preservare la nostra fidata amica di viaggio!

Chi abita in una località balneare è abituato ai disagi legati alla salsedine e deve cercare di prevenire l’usura del veicolo. In che modo? Semplice, deve provvedere in maniera costante alla pulizia della carrozzeria, ma soprattutto trovare un parcheggio dove tenere l’auto al riparo.

Quindi prenditi cura della tua auto, anche mentre sei in vacanza!

Foglio rosa: come usarlo

Appena superato l’esame di teoria, il candidato riceve il foglio rosa, un documento provvisorio che serve per esercitarsi con il veicolo in vista dell’esame di pratica.
Attenzione, guidare con il foglio rosa ovviamente comporta delle limitazioni.

Guidare con il foglio rosa: cosa fare.

Il conseguimento della patente di guida è una tappa importante nella vita di ognuno di noi.
La possibilità di guidare rappresenta indipendenza, libertà di movimento, ma è anche responsabilità.
La conduzione di un veicolo non è qualcosa da prendere sotto gamba e proprio per questo è necessario fare molta pratica.
Una volta superato l’esame di teoria la scuola guida a cui ci siamo rivolti o la motorizzazione rilasciano un documento temporaneo, il foglio rosa, che permette a chi deve sostenere l’esame pratico di prendere dimestichezza con la guida. (Articolo 122 del Codice della Strada).

Dove esercitarsi

Chi possiede il foglio rosa e si cimenta con le prime esperienze di guida dovrebbe preferire strade poco trafficate. Siamo in una fase di pratica ed è giusto prendere dimestichezza con il mezzo in strade tranquille.
Il Codice della Strada obbliga il possessore del foglio rosa a effettuare con un istruttore almeno due ore di guida in autostrada per poter accedere all’esame di pratica per la patente B.
Durante la guida in autostrada però il limite di velocità per chi sta facendo pratica è di 100 km/h.

Come esercitarsi

Il possessore di foglio rosa può mettersi al volante solamente se accompagnato da una persona con dieci o più anni di patente B alle spalle e con età inferiore ai 65 anni (60 anni nel caso il mezzo non abbia i doppi comandi a pedali).
Fai attenzione: trasgredire a questa norma comporta una sanzione amministrativa che va da 430 a 1.731 euro e questa multa viene fatta anche al passeggero.
Ma non solo, è prevista anche una sanzione accessoria che stabilisce il fermo amministrativo del mezzo per tre mesi.

Per poter circolare senza rischiare di incorrere in sanzioni, inoltre, si dovrà applicare sia sul lunotto posteriore che sul parabrezza del veicolo un cartello con la lettera P, lettera che indica all’esterno la condizione di “principiante”.

Chi si può trasportare con il foglio rosa

Durante le esercitazioni, si possono trasportare più passeggeri, a patto che nel posto del passeggero anteriore vi sia sempre una persona con più di 10 anni di esperienza ed età inferiore ai 65 anni.
Questa possibilità viene però a mancare in caso di accesso a strade extraurbane principali o autostrade. Per motivi di sicurezza inoltre non si possono trasportare passeggeri nelle ore notturne, e più nello specifico da mezz’ora dopo il tramonto fino a mezz’ora prima dell’alba.

Guida accompagnata: foglio rosa a 17 anni

L’articolo 115 del Codice Stradale introduce la possibilità, per chi ha già conseguito la patente A1, di prendere il foglio rosa a 17 anni.
Questa novità, conosciuta come Guida assistita, permette a chi non è ancora maggiorenne di iniziare a esercitarsi con l’automobile, ma solo se soddisfatti alcuni requisiti particolari.
Innanzitutto, il minore deve seguire in una autoscuola un corso di guida di almeno dieci ore, di cui 4 ore di pratica passate in autostrada e due in condizioni di oscurità.
Il veicolo utilizzato non deve essere più pesante di 3,5 t e, come per il foglio rosa, la guida può essere effettuata solo con un passeggero con 10 anni di patente alle spalle.
Anche in questo caso, bisogna stare attenti a non trasgredire. In caso di mancato rispetto di una di queste condizioni sono previste sanzioni che vanno da 419 fino a 1682 euro e la revoca della guida accompagnata.

Il foglio rosa ha una validità di 6 mesi. Durante questo periodo si può provare a superare due volte l’esame di pratica e il primo tentativo può essere sostenuto già dopo un mese.

In caso non si riesca a superare questa prova nell’arco dei 6 mesi, il foglio rosa può essere rinnovato.

Per maggiori informazioni contattaci.

Una moto in due: come viaggiare in totale sicurezza.

Con l’arrivo della bella stagione è finalmente ora di tornare in sella alla nostra moto. E cosa c’è di meglio che condividere quest’esperienza con un compagno di viaggio?

Dopo un 2020 passato in casa qualcosa sta cambiando, a breve potremo tornare on the road e goderci l’estate a bordo della nostra motocicletta!
Se decidi però di viaggiare in compagnia, (oltre al fatto di essere prudente), ci sono delle piccole accortezze da tenere bene a mente per non incorrere in errori. Errori che possono mettere a repentaglio l’incolumità sia di te stesso, che del passeggero.

Ecco alcune regole fondamentali per viaggiare in due in maniera sicura.

Il passeggero giusto

Uno degli aspetti fondamentali da verificare prima di partire, anche se può sembrare apparentemente banale, è la fiducia che il passeggero ha nei confronti del pilota. Immagina di guidare una moto con dietro qualcuno che manifesta ansia, che sbraccia o che siede scomposto in preda al panico. Potrebbe comportare dei problemi di stabilità, vero? Per questo, il passeggero ideale è quello che siede tranquillo e che non si agita, permettendo così al pilota di guidare il veicolo in totale serenità.

Consigli di guida

Viaggiare in due in moto presenta delle differenze sostanziali rispetto a una guida in solitaria ed è bene tenerle a mente per evitare di destabilizzare l’equilibrio del veicolo e rischiare di cadere.
Per prima cosa, citiamo i tempi di frenata. Determinare il corretto spazio di frenata non è mai semplice e, quando si è in due, bisogna sapere che il ciclomotore necessita di più tempo per frenare a causa del peso maggiore.
Il peso che la moto deve sopportare è un fattore fondamentale e influisce anche sui tempi di accelerazione: un carico maggiore infatti rende il veicolo più pesante e più lento nel prendere velocità.

Discorso a parte va fatto per quanto riguarda le curve, probabilmente l’aspetto più difficile da gestire per chi guida una moto con un passeggero a bordo.
Quando si è in coppia l’angolo con cui si affronta la curva deve tenere conto del baricentro diverso e il rischio maggiore è quello di piegare troppo il veicolo. Inoltre, e questo è davvero molto importante, bisogna accertarsi che il passeggero segua correttamente l’andamento della moto. Una persona inesperta infatti tende, quando la moto è piegata, a rimanere dritta col busto. Ti è mai capitato? Inutile dire quanto questo comportamento istintivo possa compromette in maniera pericolosa il buon esito della manovra.

Un equipaggiamento adeguato: utilizza un interfono

Riguardo all’equipaggiamento infine, oltre ovviamente alla dotazione standard di protezione che diamo per scontato (parliamo quindi di caschi omologati e indumenti protettivi quali ad esempio paraschiena o ginocchiere) è bene dotarsi di un interfono.
L’interfono è un dispositivo che consente al pilota di comunicare con il passeggero (e viceversa) ed è molto utile, soprattutto se usato durante un lungo viaggio.
I due possono conversare senza distrazioni e chi sta dietro ha la possibilità di manifestare eventuali bisogni al pilota.
Tenendo sempre a mente l’importanza di essere prudenti, attendiamo l’arrivo dell’estate.
Pronto a partire con la tua moto in compagnia?

Perché la lettera P è obbligatoria


Il Codice della Strada, obbliga chi si sta allenando nel guidare, ma non è ancora patentato, a renderlo noto con la famosa P per principianti.

Chi è il principiante?


Il principiante alla guida è colui che sta portando avanti l’iter per ottenere la patente di guida. L’articolo 122 del Codice della Strada, stabilisce che chi ha superato l’esame di teoria può ottenere il foglio rosa e praticare la guida in vista della prova pratica, purché a bordo sia presente una persona con la patente da almeno 10 anni e un’età inferiore a 65 anni.
In questo lasso temporale, il candidato è dotato quindi di foglio rosa e di lettera P. Se, il primo, è un documento che attesta alle forze dell’ordine, in caso di fermo, che quella persona può essere alla guida anche se non ha ancora superato l’esame, il secondo è uno strumento che avverte gli altri automobilisti della presenza di una persona non esperta alla guida.
Apporre la lettera P è obbligatorio e deve essere attaccato al vetro dell’autovettura per tutto il tempo che ci si esercita con foglio rosa, cioè sei mesi.

Lettera P: come deve essere e dove posizionarla

 Il contrassegno P di principiante dev’essere di formato e aspetto regolamentare. Prima di tutto la lettera è la P maiuscola, di colore nero su fondo bianco retroriflettente, e il foglio deve avere dimensioni precise.
Per la categoria M1 le misure sono le seguenti:
davanti – 12 x 15 cm
dietro 30 x 30 cm
In caso di categorie M2, M3, N2 e N3, il cartello dovrà avere dimensioni 50 x 50 cm in entrambe le posizioni.
La regola prevede la dotazione della vettura di due P di principiante, contrassegni da posizionare nella parte anteriore e posteriore della macchina. La lettera deve essere ben visibile agli altri automobilisti, tuttavia non deve creare problemi al conducente o al guidatore esperto al suo lato.

Di norma di utilizzano contrassegni adesivi, applicandoli sul parabrezza e sul lunotto in punti marginali del vetro dell’auto, ad esempio in basso a destra. In alcuni modelli si può sfruttare il design della carrozzeria, fissando la lettera P sul cofano e il portellone del baule, garantendo comunque una visibilità corretta al guidatore con il foglio rosa e agli altri utenti della strada.

Ovviamente è possibile acquistare placche già pronte presso un negozio specializzato oppure online, altrimenti si può realizzare da soli con un po’ di fai da te. L’importante è verificare che il risultato sia in linea con le indicazioni del Codice della Strada, considerando tutti i requisiti previsti.

Gesti e simboli del linguaggio dei motociclisti

I motociclisti si capiscono, si salutano, sembrano appartenere alla stessa famiglia, e non potendo usare la mimica facciale con il casco e la voce a causa della velocità, il loro linguaggio è fatto di segni e gesti universalmente compresi.

I 7 segni del linguaggio motociclistico

il saluto: quando due motociclisti si incontrano per strada, è buona abitudine salutare mostrando il dito indice o l’indice e il medio messi a V.
Il saluto è importante anche durante un sorpasso, basterà allargare il piede destro come segno di riconoscimento, in accelerazione, questo segnale, permette di non lasciare il manubrio;
segnalare un ostacolo in arrivo: muovere il palmo della mano sinistra aperto dall’alto verso il basso, come se si stesse giocando una partita di basket, è il modo per indicare un pericolo e quindi invitare l’altro a rallentare o stare attento;
il lampeggio: usato anche dagli automobilisti per avvertire la vicinanza a un posto di blocco.
invitare chi segue a sorpassare: alzare la mano sinistra a mò di vigile, invita il conducente del veicolo che segue, ma non sorpassa, a farlo. Chi l’ha detto che il motociclista va sempre di fretta!
mettere le frecce: per indicare un cambio di direzione a sinistra e soprattutto a destra, il braccio destro è a angolo retto dietro la schiena.
SOS benzina: il pollice verso il serbatoio segnalerà il bisogno di trovare al più presto una stazione di servizio;
avvertire l’altro di un problema con le luci: in tal caso bisogna aprire e chiudere la mano ritmicamente, simulando la rottura.

Utilizzare un linguaggio “segreto” e condiviso fa sentire i motociclisti al sicuro, capiti da tutti coloro che condividono la stessa passione per le due ruote.
Sei un appassionato delle due ruote, iscriviti ai nostri corsi.

Multe e sanzioni per chi non rispetta i limiti

In Italia i limiti massimi consentiti dal Codice della strada (art.142) cambiano a seconda della classificazione tecnica della strada e della tipologia di veicolo.
È obbligatorio rispettarli per non incorrere in multe e sanzioni.
Le autovetture, ovvero tutti i veicoli adibiti al trasporto di persone con un numero totale di posti fino a 9 compreso il conducente, devono rispettare i seguenti limiti:
50 km/h per le strade urbane (centro abitato)
90 km/h per le strade extraurbane secondarie (strade statali)
110 km/h per strade extraurbane principali (superstrade e tangenziali)
130 km/h per le autostrade

Le limitazioni variano in presenza di determinate segnalazioni, per esempio in prossimità di scuole o tempo atmosferico avverso.
Infatti sulle strade extraurbane principali in caso di pioggia o neve la velocità massima si riduce a 90 km/h mentre in autostrada scende a 110 km/h.

Limiti di velocità per neopatentati


Il neopatentato è colui che ha conseguito la patente di guida da meno di tre anni, per questo i limiti di velocità previsti sono più bassi rispetto ai soggetti in possesso del documento da più anni.
Il Codice della Strada prevede che i neopatentati non possono andare oltre i 100 km/h in autostrada e oltre i 90 km/h sulle strade extraurbane principali, questo per i primi tre anni dalla data di conseguimento della patente B. Se commettono infrazioni che comportano la decurtazione, a loro saranno sottratti il doppio dei punti.

Multe e sanzioni per aver superato il limite


In caso di notifica del verbale di constatazione per aver superato i limiti di velocità imposti, è necessario pagare una multa. Inoltre, il rischio è la decurtazione dei punti sulla patente. Chi non rispetta i limiti minimi di velocità, commettendo un eccesso non oltre 10 km/h, è soggetto a una sanzione amministrativa (da euro 41 a 168). A chi supera il limite di velocità per oltre 10 km/h e non oltre i 40 km/h, è richiesto il pagamento di una multa con importo variabile da 168 a 674 euro e a una possibile decurtazione 3 punti patente.
Superando di oltre 40 km/h, ma non oltre 60 km/h i limiti massimi di velocità, la sanzione diventa davvero pesante: da 527 a 2.108 euro, con decurtazione 6 punti patente. Inoltre, è prevista una sanzione accessoria di sospensione della patente guida da uno a tre mesi.
Infine, chiunque superi di oltre 60 km/h i limiti massimi di velocità è soggetto a sanzioni fino a 3.287 euro, con sospensione patente da sei a dodici mesi. I punti da recuperare in tal caso sono dieci.

Ogni volta che superiamo i limiti di velocità consentiti rischiamo pene ammministrative, decurtazione punti patente, fino alla sospensione.
Se hai subito la decurtazione dei punti patente e vuoi recuperarli, contattaci!

Senso di marcia: destra o sinistra?

A piedi, in bicicletta o in automobile. Da sempre siamo stati abituati a tenere il senso di marcia a destra e ormai lo consideriamo normale e scontato. Attualmente quasi la totalità degli stati mondiali utilizza questa convenzione e, di fronte alle rare eccezioni come quelle relative ai paesi anglosassoni, ci si può sentire spiazzati.

In Europa e in Italia: storia del senso di marcia

Nel Medioevo, ad esempio, i cavalieri portano la spada sul fianco sinistro e per farle scontrare tra loro tengono la sinistra. Stesso discorso per le giostre a cavallo: impugnando la spada con la mano destra i cavalieri devono combattere tenendo la sinistra.
Il primo documento ufficiale riguardante quest’argomento si ha con Papa Bonifacio VIII, in occasione del Giubileo del 1300. In previsione dei tantissimi visitatori, il Papa decide di regolamentare la viabilità per raggiungere Roma e per transitarvi, adottando la sinistra come senso di marcia ufficiale.
Andando avanti nel tempo arriviamo al 1722 in Gran Bretagna, dove il sindaco di Londra tenta di gestire il traffico intenso imponendo la sinistra come senso di marcia.
Il decreto acquista enorme valore storico, poiché è qui che ha l’origine la regola inglese di guidare tenendo la sinistra.

Tornando all’Europa continentale, il dictat di Bonifacio VIII, è messo in discussione da Robespierre.
Infatti, durante la rivoluzione francese, proprio come presa di posizione da questa abitudine considerata cristiana, è stata imposta la guida a destra.

Dalla destra politica alla destra in automobile

Rapidamente questa nuovo senso di marcia si diffonde in tutti i territori conquistati, anche se in Italia fino al 1923 le automobili circolano sia a sinistra che a destra.
Il Regio decreto 28 luglio 1901, n. 416 conferma il diritto di ogni provincia di redigere il proprio codice stradale, imporre o abrogare i limiti di velocità e scegliere la direzione di marcia dei veicoli.
Ogni provincia quindi ha il diritto di scegliere la direzione di marcia: a Roma e Milano ad esempio la sinistra, mentre in città come Brescia il senso di marcia è quello a destra.

All’inizio, visto il traffico esiguo, non ci sono grossi problemi, ma con l’aumento considerevole delle automobili in circolazione, le conseguenze di questo decreto sono disastrose.
Bisogna uniformare il senso di marcia!
Mussolini, con un decreto del 12 dicembre 1923, impone “la mano destra unica”.
Da quel momento in poi la guida a destra diviene obbligatoria in tutto il territorio nazionale, le città hanno due anni di tempo per sistemare la nuova segnaletica e riadattare le tramvie.
E anche in questo caso, le tempistiche non sono state uniformi. A Roma il cambio di senso di marcia ufficiale avviene il 20 ottobre 1924, mentre Milano è l’ultima città in Italia ad adeguarsi, il 3 agosto 1926.

Rottamazione, quando procedere alla demolizione dell’auto

Secondo la Legge per la rottamazione auto è necessario rivolgersi a un centro abilitato o, nel caso sia ceduta per l’acquisto di un’auto nuova, al concessionario.

Quando è il caso di rottamare l’auto?


Sembra che nel nostro paese si tenda a rottamare auto prima del necessario, soprattutto negli ultimi anni, perché incentivati dai bonus statali.
Ad influenzare la decisione dovrebbe essere il buonsenso, valutando lo stato oggettivo degli elementi.
Tra questi annoveriamo:
-i Km percorsi, infatti ci sono auto che possono percorrere anche 250mila km senza nessun problema;
-il rendimento dell’auto, soprattutto quando alcuni problemi al cambio, allo sterzo, al motore si presentano ciclicamente;
-l’età della macchina: questo non è un parametro assoluto, tuttavia il periodo che va dagli 8 ai 12 anni è quello nel quale valutare un cambio auto.

Cosa serve per la rottamazione dell’auto.

Come anticipato, la rottamazione è la pratica compiuta in caso di acquisto di un veicolo nuovo.
Il proprietario si reca dal concessionario con tutti i documenti richiesti e sarà quest’ultimo a effettuare tutto l’iter burocratico, a rilasciare il certificato per la rottamazione e a registrare presso il Pra la cessata circolazione dell’auto.
Al fine di svecchiare il parco auto a favore di una mobilità più sostenibile e dare un input al mercato dell’auto messo in ginocchio dalla pandemia, il nostro Governo ha previsto anche per il 2021 incentivi alla rottamazione di importi variabili.
Se si acquista una vettura con emissioni di CO2 da 0 a 20 g/Km si potrà ottenere uno sconto sul prezzo di acquisto pari a 10.000 euro, mentre l’importo scende a 6.500 euro per le vetture con emissioni da 21 a 60 g/Km di CO2 e 3.500 per quelle da 61 a 135 g/Km di Co2.

Certificato di rottamazione, perché è importante.

Se, invece, la rottamazione non avviene per un nuovo acquisto, bisogna rivolgersi a un demolitore autorizzato che eseguirà l’operazione rispettando le norme vigenti.
Al termine della demolizione, verrà rilasciato il certificato di rottamazione.
Questo è il documento che solleva il proprietario da ogni responsabilità civile, penale e amministrativa connessa alla proprietà del veicolo.
Dalla data di consegna del veicolo, dichiarata nel certificato, infatti, viene poi anche a cessare l’obbligo del pagamento del bollo auto. Inoltre, grazie a questo certificato, è possibile interrompere o trasferire l’assicurazione ad un altro veicolo.
È fondamentale, infine, conservare il Certificato di Rottamazione perché in caso di notifica di eventuali multe prese dalla data di presa in carico in avanti permette di dimostrare che non si era più intestatari del veicolo.

Con il fermo, niente rottamazione!

Rottamare l’auto ha un costo non esorbitante.
La quota ACI è pari a 13,50 Euro e l’imposta di bollo ha un prezzo di 32 Euro. La radiazione dal Pra costa, invece, 36,38 euro, mentre la visura per l’accertamento di eventuali atti giudiziari è pari a 7,10 Euro.
E’ importante accertare se un’automobile è soggetta a fermo amministrativo, perché in tal caso non è possibile rottamarla.
Il Fermo è una sanzione applicata dall’Agenzia delle Entrate, dall’Inps o dal Comune, addebitata al contribuente moroso per debiti non pagati.
In particolare può capitare di aver ricevuto una o più cartelle esattoriali relative al mancato pagamento del bollo auto, in questi casi, l’ente creditore può iscrivere il provvedimento di fermo in un pubblico registro e fermare la circolazione su strada dell’automobile.
Per scoprire se sull’auto c’è un provvedimento di fermo, il debitore può richiedere una visura della targa.
L’unico modo per poter procedere con la demolizione è quella di saldare tutti i debiti per cui si è risultati morosi.



Patente illeggibile: come richiedere il duplicato

Guidare con la patente illeggibile o rovinata potrebbe comportare il ritiro della stessa da parte delle autorità competenti. La patente di guida è uno dei documenti più esposti al deterioramento, pensiamo agli uomini che spesso la indossano nelle tasche dei pantaloni.
Sicuramente le patenti di guida cartacee era più soggette all’usura, esse venivano rilasciate dalla Prefettura ed essendo equiparate a veri e propri documenti d’identità, il fatto che fossero illeggibili, portò il Governo a valutare eventuali sanzioni per i trasgressori.
La versione plastificata tende a deteriorarsi ai bordi e a perdere la stampa dei caratteri delle etichette dei rinnovi precedenti.
Quindi, se deteriorata, bisogna chiederne un duplicato, presso un’agenzia di pratiche auto, un’autoscuola o direttamente all’Ufficio della Motorizzazione civile.
Il consiglio è quello di conservarla magari nelle custodie apposite, perché la patente non abilita solo alla giuda, ma è un vero e proprio documento.

La patente è illeggibile quando non si vedono più:
-la foto del possessore
-i dati anagrafici dell’automobilista
-la data di scadenza
-il numero della patente
Come anticipato, in tali casi, il possessore deve richiederne un duplicato.

Come fare richiesta del duplicato.

L’iter da seguire è questo:
-compilare il modello TT2112 scaricabile dal Portale dell’automobilista o  presso lo sportello della Motorizzazione
-versare 10.20 € per i diritti sul c/c 9001 (presso gli uffici postali e alla Motorizzazione trovi un bollettino prestampato) e 32.00 € per i bolli sul c/c 4028  e  allegare le ricevute del pagamento.
-avere a disposizione due fototessere, una delle quali autenticata
-presentare la foto della patente deteriorata
-presentare un documento d’identità valido
Se la patente è scaduta o scadrà entro sei mesi dalla presentazione della domanda, allora deve essere presentato il certificato medico in bollo e una copia con data non anteriore a 3 mesi, rilasciato da un medico abilitato; così si procederà direttamente al rinnovo della patente di guida.
Inizialmente all’automobilista viene rilasciato un permesso temporaneo alla guida, per circolare fino all’arrivo della nuova patente (di solito entro 45 giorni dal momento in cui si fa la richiesta).

Cosa succede se si viene fermati con patente illeggibile?

Il titolare del documento deteriorato potrebbe rischiare il ritiro della patente, infatti la circolare n 98/1999 del Ministero dell’Interno ha conferito alle Forze di Polizia il potere discrezionale di ritirare tutte le patenti ritenute illeggibili. Ciò significa che l’agente che effettua il controllo, è libero di decidere se procedere o meno.
Dopo il ritiro, le autorità trasmettono il documento alla motorizzazione e il titolare si deve presentare in ufficio entro 30-40 giorni con un documento idoneo.
In caso di ritiro della patente illeggibile, non sarà necessario rifare l’esame: le autorità trasmetteranno i dati leggibili alla motorizzazione civile e da qui bisognerà seguire l’iter per la richiesta della duplicazione patente per deterioramento.