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Autore: autoscuolenelweb

Esame patente nautica, perché in alcune Capitanerie è diverso?

Il listato per informatizzare l’esame teorico della patente nautica a livello nazionale sembrerebbe essere già pronto ma, non essendo stato confermato con un decreto attuativo, le Capitanerie continuano a sostenere gli esami di teoria diversi tra loro.

L’annuncio fatto dal Ministero lo scorso 4 ottobre 2013, contenuto nel Decreto n. 366, ha chiarito che anche la prova teorica della patente nautica sarà svolta a quiz in modalità informatizzata, così come tutte le altre patenti, uniformando l’esame a livello nazionale.Questa novità potrà però diventare effettiva solamente dopo la pubblicazione del relativo decreto attuativo, che arriverà quando le procedure informatiche saranno state pienamente collaudate.

Tuttavia alcuni uffici provinciali hanno ottenuto con largo anticipo il permesso di proporre, ai propri candidati per la patente nautica, l’esame teorico in modalità quiz con un proprio listato, creando però una disparità di servizio tra le diverse Capitanerie. Come ad esempio quella di Genova, che svolge già l’esame teorico con un proprio listato quiz.

La maggior parte delle altre Capitanerie non hanno invece abbandonato l’esame in forma orale, confermando di fatto una confusione nazionale.

Questa ‘spaccatura’ potrà essere colmata, come già accennato, soltanto dopo la pubblicazione del Decreto attuativo: solo allora potremo ottenere un esame uguale per tutti, a prescindere dall’area geografica in cui viene sostenuto. Il consiglio che diamo a chi ha già cominciato a prepararsi è quindi di affrettarti a sostenere l’esame, per evitare di subire cambiamenti all’ultimo momento del programma e della modalità d’esame.

Sicurezza stradale, automobilisti e ciclisti potrebbero presto diventare amici

Che il rapporto in strada tra ciclisti ed automobilisti non sia mai stato di puro amore non è certo una sorpresa, ma le recenti innovazioni tecnologiche in termini di sicurezza stradale potrebbero aiutare a seppellire l’ascia di guerra una volta per tutte.

Da sempre automobilisti e ciclisti si contendono la carreggiata, lamentandosi a vicenda del comportamento dell’altro. Ma la strada è un luogo dove è importante rispettare le regole, più che stringere amicizia; per questo la tecnologia ha fatto molti passi in avanti in materia di sicurezza stradale, fornendo strumenti di prevenzione che potrebbero riuscire ad ridurre una volta per tutte le divergenzee, soprattutto, gli incidenti, tra ciclisti ed automobilisti.

Uno dei sistemi più recenti è il Cyclist detection, progettato e realizzato da Volvo, che attraverso un radar integrato nel frontale e una camera HD, montata tra parabrezza e specchietto retrovisore, riesce ad avvisare il guidatore del veicolo, calcolare la distanza con l’ostacolo rilevato e frenare l’auto in maniera automatica. I ciclisti, invece, possono usufruire di un trasmettitore integrato nel casco che, inviando a una banca dati informazioni sulla posizione della bici, comunica con l’auto per ridurre le possibilità di collisione. Il casco quindi vibra e manda segnali luminosi a chi è in bici per avvisarlo del pericolo.

Un altro sistema innovativo è di certo il Bike Sense, ideato da Jaguar-Land Rover che, dopo aver calcolato la posizione di una bici nelle vicinanze, emette dall’altoparlante più prossimo alla bici, un segnale che riproduce il suo campanello, rendendo facile individuare la direzione di provenienza del ciclista.

Chi si è concentrato più sulle bici è invece Ford, con il suo Info Cycle: l’azienda americana intende infatti sperimentare dei sensori sulle bici in grado registrare ed inviare dati (velocità, frequenza della pedalata, percorso, ndr) alle amministrazioni, in modo da integrare al meglio la mobilità ciclabile con il resto dei veicoli.

L’ultima innovazione che vi presentiamo è forse la più rappresentativa della sinergia che potrebbe nascere tra ciclisti ed automobilisti: il Connected Drive BMW della i3 elettrica: questo navigatore, infatti, è intermodale e pertanto offre indicazioni per raggiungere la destinazione con auto, mezzi pubblici, a piedi e, ovviamente, in bici. Perché una auto che ti dice: “Scendi e prosegui in bici” è forse la dimostrazione che quella antica rivalità può essere superata, una volta per tutte.

Scegliere uno pneumatico, cosa c’è da sapere? Scopriamolo

Le sigle ed i numeri, apparentemente indecifrabili, stampati sopra gli pneumatici servono a capirne le caratteristiche per cui sono stati progettati e realizzati. Scopriamo insieme come interpretare queste informazioni, magari per effettuare convenienti acquisti online senza il rischio di incorrere in errori.

La primavera è ormai alle porte e presto in molti dovranno provvedere a cambiare le gomme della propria auto, liberandosi magari di quelle invernali. Le date entro cui questo adeguamento deve essere effettuato variano di regione in regione, a volte addirittura di strada in strada: per scoprire queste date è possibile visitare il sito del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti.Quello che andremo a scoprire oggi è come riconoscere e scegliere gli pneumatici, magari per comprarli online e quindi risparmiare, interpretando le sigle ed i numeri stampati sopra di essi. Iniziamo!

Produttore e modello

Queste informazioni basilari sono semplici da capire e posizionate molto in evidenza, stampate di fatto a grandi lettere tutto intorno al lato esterno della gomma. Il modello della gomma, tuttavia, può anche essere indicato da alcune lettere o combinazioni di lettere (come ad esempio Eagle F1 GS-D3 della Goodyear o Ectsa MX della Kumho) anziché in forma estesa.

Destinazione d’uso

Questo codice, pur non presente su tutte le gomme, indica la destinazione d’uso per cui lo pneumatico è stato progettato e realizzato. Di solito è stampato subito dopo il nome del produttore e può essere di 4 tipi:

P: autoveicolo;

LT: autocarro leggero;

ST: rimorchio speciale;

T: gomma di scorta e quindi ad uso temporaneo.

Larghezza e proporzioni

Subito dopo il codice che indica la destinazione d’uso, una serie di numeri rappresenta la larghezza e le proporzioni della gomma. Questi numeri, separati tra loro da una barra (/), indicano in ordine: XXX(spessore in millimetri del penumatico)/XX (proporzioni della gomma, ovvero il rapporto in percentuale fra larghezza ed altezza dello pneumatico).

Struttura interna della gomma

Dopo il numero che indica le proporzioni della gomma si trova di solito la lettera R o la lettera B, lettere utili ad individuare la struttura interna della gomma. La lettera R indica che la costruzione è di tipo radiale, ovvero più adatta al trasporto di persone. La seconda, ovvero la lettera B, si trova invece su alcuni autocarri ed indica una tipologia di struttura bias-ply, sempre meno usata per via delle difficoltà che causa in fase di manutenzione.

Diametro del cerchione

Questa informazione appare subito dopo il codice della struttura interna e si riferisce alla misura, espressa in pollici, del cerchione più adatto per la gomma in questione. Una gomma che riporti il numero 21, ad esempio, dovrà essere combinata con un cerchione che abbia 21 pollici di diametro.

Codice di carico

Questo numero è da ritenersi molto importante, poiché indica la misura delle gomme in rapporto a quanto peso possano sostenere. Questo numero è in realtà un codice, che se verificato su una apposita tabella di conversione indica di fatto il peso massimo che può essere sopportato in Kg dallo pneumatico.

Codice per la velocità

Questo codice indica invece il peso che una gomma può sostenere ad una determinata velocità. I più diffusi sono:

S: significa che la gomma può viaggiare a 180 km/h per lunghi periodi;

T: significa che la gomma può viaggiare a 190 km/h per lunghi periodi;

U: significa che la gomma può viaggiare a 200 km/h per lunghi periodi;

H: significa che la gomma può viaggiare a 210 km/h per lunghi periodi;

V: significa che la gomma può viaggiare a 240 km/h per lunghi periodi;

ZR: significa che la gomma può viaggiare oltre i 240 km/h per lunghi periodi;

W: significa che la gomma può viaggiare a 270 km/h per lunghi periodi;

Y: significa che la gomma può viaggiare a 300 km/h per lunghi periodi;

(Y): significa che la gomma può viaggiare oltre i 300 km/h per lunghi periodi;

Resistenza alle temperature

Indica la resistenza dello pneumatico al calore generato dalle alte velocità. Questo valore può essere espresso con le lettere A, B o C, dove A indica una alta resistenza e C una bassa resistenza.

Patente, ecco perché prenderla in autoscuola è la scelta migliore

Costi, tempistiche, modalità d’esame, visita medica: per prendere una patente è necessario seguire un preciso iter: questo percorso può essere affrontato con il supporto costante di un’autoscuola, iscrivendosi quindi ad un corso di scuola guida.

Le valutazioni da fare quando si vuole prendere una patente sono diverse di caso in caso ma c’è una domanda che tutti si pongono: è meglio prendere la patente da privatista oppure iscriversi ad un corso organizzato da un’autoscuola?

Si usa spesso l’espressione ‘devo prendere la patente’, quando sarebbe più corretto dire ‘devo imparare a guidare’: la questione della didattica infatti, troppo spesso sottovalutata dagli aspiranti patentati, rappresenta un investimento di cui si potrà godere per il resto della vita. Acquisire sin da subito le conoscenze e la sicurezza necessarie a condurre un veicolo in strada è infatti determinante.

Dal punto di vista della didattica, formandosi in una scuola guida si ha la possibilità di:

– Essere seguiti da esperti professionisti nello studio del programma;

– Verificare spesso il proprio livello di apprendimento attraverso dei quiz informatizzati – che possono essere svolti in sede oppure sul proprio tablet o smartphone, tramite una specifica App – corretti ogni volta in compagnia di un insegnante qualificato;

– Arrivare più preparati all’esame ed avere quindi più possibilità di superarlo subito, senza fare più tentativi da solo in motorizzazione;

– Esercitarsi alla guida con istruttori professionisti;

– Inserire facilmente questo percorso di formazione tra gli altri impegni quotidiani (scuola, lavoro, impegni personali) grazie alle lezioni, anche serali, disposte solitamente dalle autoscuole.

Un privatista può comunque prendere la patente, a condizione di rispettare autonomamente un metodo ed imporsi di essere costante, ma difficilmente potrà poi diventare un guidatore prudente e pienamente consapevole.

Gestire l’iter burocratico compilando moduli, pagando tasse e presentando documenti vari rappresenta sicuramente la parte più noiosa del percorso che porta all’acquisizione di una patente. Queste attività portano infatti via tempo, mentre iscrivendosi ad una autoscuola si acquista anche – compreso nel prezzo di iscrizione – l’adempimento burocratico di tutte le pratiche da parte della autoscuola. In questo modo si risparmia tempo, evitando ad esempio di fare la fila in motorizzazione o di cercare le adeguate marche da bollo.

Superiori: estensione patente E, cosa cambia dopo il 2 marzo 2015

Dal 2 marzo 2015 cambierà la modalità di acquisizione della patente E, per cui non sarà più necessario sostenere lo specifico esame di teoria per accedere alla prova pratica di guida, salvo alcune eccezioni. Scopriamo insieme come sarà possibile usufruire di questa nuova modalità.

Ad oggi per prendere la patente E è necessario sostenere l’esame di teoria orale e, una volta superato, quello di guida. Questo iter, rimasto invariato per molto tempo, subirà però una modifica sostanziale dopo il 2 marzo 2015.Dopo questa data, infatti, l’esame di teoria della patente E sarà inglobato in quello delle altre patenti professionali, come C, C1, D, D1.

Superando l’esame di teoria di una delle suddette patenti dopo il 2 marzo 2015, infatti, si potrà automaticamente ricevere l’abilitazione a sostenere direttamente l’esame di guida della patente E per concludere il protocollo di acquisizione ed ottenere quindi l’estensione CE, C1E, DE e D1E. Questo, come già specificato, solamente dopo il 2 marzo 2015.

Ricapitoliamo quindi i diversi scenari possibili:

Patente superiore acquisita prima del 2 marzo 2015

Per chi avesse acquisito le patenti superiori C, D, C1 o D1 prima del 2 marzo 2015: per prendere le estensioni CE, DE, C1E o D1E l’esame di teoria della patente E rimane forma orale.

Patente superiore acquisita dopo il 2 marzo 2015

Per chi avesse acquisito le patenti superiori C, D, C1 o D1 dopo il 2 marzo 2015: per prendere le estensioni CE, DE, C1E o D1E bisogna sostenere solo la prova pratica di guida della patente E, poiché l’esame di teoria è incluso nei quiz informatizzati.

Per ricevere ulteriori informazioni non esitate a contattarci, il nostro personale è sempre disponibile a fornire informazioni e consigli!

Rinnovo patente, il primo passo verso una dematerializzazione?

Il nuovo protocollo per sostenere la visita medica, in funzione del rinnovo della patente di guida, ha segnato un’inversione di tendenza che di fatto ha eliminato gran parte delle documentazioni cartacee, lasciando invece spazio a quelle digitali. Ma questa evoluzione può essere considerata come un primo passo verso la dematerializzazione di tutte le pratiche?

Quando si sostiene una visita medica legata ad un rinnovo ordinario della patente di guida non viene stampato più nessun documento.Questo da quando il nuovo protocollo è diventato attivo a tutti gli effetti, forte di una gestione telematica che non è escluso possa coinvolgere in futuro anche tutte le altre pratiche.

Gran parte dei documenti però (come ad esempio i passaggi di proprietà, i duplicati della patente, le re-immatricolazioni etc.) sono infatti attualmente gestiti con documenti cartacei, la cui quantità risulta essere davvero molto consistente e, di conseguenza, di difficile gestione.

Ma quello che è accaduto con le visite mediche relative ai rinnovi potrebbe rappresentare un primo passo verso una digitalizzazione totale. O quanto meno della gran parte delle pratiche gestite dalle agenzie automobilistiche.

Tuttavia, in questo momento non esistono notizie o dichiarazioni ufficiali che paventino un passaggio al digitale delle pratiche auto, almeno nel breve termine. Digitalizzarle comporterebbe comunque un risparmio di costi, di spazio e soprattutto di tempo (pensate a tutti gli spostamenti verso il pra e la motorizzazione), sia per il fruitore dei servizi sia per le agenzie incaricate di gestire le pratiche.

Autostrade 2015, aumentano i pedaggi. A pagamento anche il GRA di Roma?

Il 2015 ha registrato un aumento medio dei pedaggi autostradali dell’1,32%, rimodulando le tariffe con picchi dell’1,5% in più rispetto allo scorso dicembre. Tali aumenti vanno quindi ad aggiungersi a quelli già introdotti nel 2014, raggiungendo un rincaro medio del 3,9% rispetto al 2013.

A partire dal 1 gennaio 2015 le autostrade italiane sono diventate più care, registrando un aumento medio dei pedaggi dell’1,32%, con punte massime del 1,5%.Questo rincaro conferma un trend in crescita già nel 2014, caldeggiato dal Ministero dell’Economia e delle Finanze al fine di “consentire il superamento dell’attuale negativa congiuntura economico-finanziaria” e “non ostacolare il completamento degli investimenti previsti”.

E se questi aumenti non dovessero bastare? Esiste infatti la possibilità che vengano introdotti pedaggi anche per il GRA di Roma: per ora non arrivano conferme definitive, ma già da tempo questa voce tormenta i romani e tutte quelle persone che quotidianamente utilizzano il GRA per spostarsi intorno alla Capitale.

Intanto, da gennaio 2014 ad oggi è stato registrato un aumento medio nei pedaggi della rete autostradale italiana del 3,9%, con punte massime dell’8%. Non mancano però tratti in cui le tariffe sono rimaste invariate, come ad esempio la Asti-Cuneo, l’Autostrada del Brennero, il Consorzio Autostrade Siciliane, il Centro Padane e le Autostrade Meridionali.

E’ inoltre importante sottolineare il lavoro del Coordinamento Italiano Motociclisti (CIM), impegnato da tempo contro l’equiparazione delle moto alle auto sulla rete autostradale. Per questo è stata avviata anche una petizione online, a cui è ancora possibile aderire.

Di seguito un elenco con i dettagli dei rincari 2015:

ATIVA: +1,50%

Autostrade per l’Italia: +1,46%

Autovie Venete: +1,50%

Brescia-Padova: +1,50%

CAV: +1,50%

Autocamionale della Cisa: +1,50%

Autostrada dei Fiori: +1,50%

Autostrada dei Fiori: +1,50%

Milano Serravalle Milano Tangenziali: +1,50%

Tangenziale di Napoli: +1,50%

RAV: +1,50%

SALT: +1,50%

SAT: +1,50%

SATAP: Tronco A4 +1,50%

SATAP: Tronco A21 +1,50%

SAV: +1,50%

SITAF: +1,50%

Torino – Savona: +1,50%

Strada dei Parchi: +1,50%

Esami Teoria Patenti, con il quiz vale la regola del 10%

Per quasi tutte le patenti è ormai entrato in vigore l’esame di teoria informatizzato da risolvere al computer sul principio del vero o falso, con quiz diversi a seconda della patente desiderata. Resta invece uguale il numero di errori massimi consentiti, pari sempre al 10% delle domande.

L’iter di acquisizione per le diverse tipologie di patente è stato modificato in modo sostanziale negli ultimi anni, preferendo di fatto i quiz informatizzati alle classiche verifiche orali – o alle schede cartacee – ad opera dell’esaminatore di turno.

Tutte le patenti per cui è già obbligatorio sostenere l’esame teorico in modalità informatizzata sembrerebbero inoltre avere una cosa in comune: la percentuale massima di errori consentiti al fine di non dover ripetere la prova, sempre pari al 10%. Aldilà del numero di domande presenti nella prova, variabili a secondo della tipologia di patente desiderata, tale limite sembra infatti designato con la stessa percentuale. Ovvero, 4 errori massimo per un quiz da 40 quesiti, 2 errori massimo per un quiz da 20 quesiti e così via.

La stessa logica sembrerebbe essere stata utilizzata anche per calcolare il tempo, messo a disposizione dei candidati, per poter svolgere la prova: risulta comune, nella maggior parte delle patenti, la volontà di assicurare almeno 1 minuto per la risoluzione di ogni quesito (escluse alcune eccezioni come la CQC che prevede almeno due minuti a quesito). Ad esempio, per le patenti A e B, 40 minuti per 40 quesiti; per la patente AM 30 minuti per 30 quesiti etc.

Di seguito una tabella con il rapporto quesiti/errori massimi, per ogni tipo di patente:

NUMERO TOTALE
DI QUESITI
NUMERO MASSIMO
DI ERRORI
PATENTE AM303
PATENTI A e B404
PATENTI C1E e D1E202
ESTENSIONI DA C1E a CE e da D1E a DE202
PATENTI CE e DE404
PATENTE C1 NON PROFESSIONALE101
CQC sia MERCI che PERSONE606
PATENTE NAUTICAAttendiamo di completare la tabella con l’esame per la Nautica.

Patenti Superiori, bye bye esame orale: arrivano i quiz!

Dal prossimo 2 marzo 2015 gli esami orali per le patenti superiori non saranno più svolti in forma orale, bensì tramite un esame a quiz informatizzato.

Dal prossimo 2 marzo 2015 gli esami orali che garantiranno l’accesso alla prova pratica delle patenti superiori C1E, CE, C, D1E, DE e D non saranno più svolti in forma orale da un esaminatore autorizzato – sulla base degli argomenti fissati dal Decreto Ministeriale del 29 settembre 2008 -, bensì tramite un esame a quiz informatizzato.L’esame, che per essere superato non dovrà registrare più del 10% di errori, sarà ovviamente basato su argomenti differenti, e costituito da un numero diverso di quesiti da risolvere, a secondo della tipologia di patente.

L’oggettività di un esame a quiz è superiore rispetto alla scorsa modalità d’esame, in cui l’esaminatore rappresentava una variabile in grado di incidere sull’esito dell’esame stesso. In questo modo si garantirà invece un principio di equità, da nord a sud, senza discriminazioni e condizionamenti di fattori estranei alla mera pratica d’acquisizione della patente superiore.

D’altro canto, il ‘vecchio esame’ in forma orale garantiva forse un livello di qualità superiore: l’insegnante aveva infatti la possibilità di addentrarsi meglio nella materia durante l’esame, soprattutto con i candidati stranieri, ponendo le basi per un approccio più indirizzato sulla comprensione della materia piuttosto che sui tecnicismi della lingua italiana.

In conclusione, l’esame a quiz informatizzato fornisce di certo una maggiore trasparenza, senza discriminazioni e condizionamenti di fattori estranei. A favore però di una mera memorizzazione dei concetti, piuttosto che della reale comprensione degli stessi.

Per l’autoscuola resta fondamentale avere la sicurezza di un trattamento equo per tutti i candidati. Il risultato del computer infatti non si discute, mentre la risposta in un esame orale, più o meno valida, poteva creare polemiche e discussioni.

Patente B, 6 guide bastano per una seria preparazione?

L’acquisizione della patente B prevede un numero minimo di 6 ore da investire nelle guide di preparazione all’esame pratico, ma sono realmente sufficienti a prepararsi in modo adeguato?

Per prepararsi alla guida di un’auto è necessario affrontare diversi temi puramente teorici, al fine di ben comprendere le regole della strada. La guida pratica subentra subito dopo nel processo di formazione che tutti conosciamo, rappresentando di fatto la fase più delicata per i candidati e, a volte, la più temuta.Oltre alle capacità tecniche di guida, infatti, esistono molti altri i fattori – anche psicologici – che incidono sull’acquisizione della giusta consapevolezza e sicurezza.

Ognuno di noi infatti è diverso, e di conseguenza ha bisogno di tempistiche diverse per imparare una determinata cosa. L’attuale normativa prevede un numero minimo di 6 guide, prima di poter affrontare l’esame pratico. In queste 6 ore devono essere affrontate 3 distinte situazioni, suddivise in questo modo:

2 ore di guida in condizioni di visione notturna: questa esercitazione consiste nel circolare in strade urbane sia strette che larghe, con impianti semaforici e veicoli parcheggiati ai lati della strada, affrontando degli incroci ed interpretandone la relativa segnaletica verticale;

2 ore di guida su strade urbane e su strade extraurbane: la particolarità di questa esercitazione prevede un utilizzo del motore a regime di coppia massima e cercando di consumare ed inquinare il meno possibile;

2 ore di guida su autostrade e su strade extraurbane: questa ultima situazione, la più pericolosa da affrontare quando non si sia assunta una buona base di preparazione, prevede il superamento di una velocità minima di 50 Km/h, inserendo la quinta marcia e adeguando di conseguenza le marce alla velocità.

Queste tre situazioni sono molto differenti, e dedicare solo 2 ore a ciascuna di loro potrebbe essere una scelta incompatibile con la capacità di apprendimento media dei candidati. Abilitare un cittadino a condurre un veicolo potenzialmente letale come un’auto, infatti, dovrebbe forse richiedere un periodo di pratica più lungo, contestualizzato in un percorso di formazione più personalizzato e quindi completo.

Il suggerimento non è però quello di eccedere a prescindere nel numero di guide di preparazione, ma di essere sinceri con se stessi e di non rinunciare a delle ore di guide in più fino a quando non si sia raggiunto un livello di consapevolezza e di sicurezza adeguato.

Serratura auto congelata? Ecco come fare

In inverno può capitare di trovare la serratura della propria auto bloccata dal gelo: tali circostanze possono essere risolte in breve tempo e, preferibilmente, evitate attraverso il rispetto di poche semplici regole. Scopri quali leggendo questo articolo.

In presenza di temperature molto rigide, come ad esempio nelle notti invernali, è possibile che le serrature della propria auto possano bloccarsi per via del gelo. Per procedere allo sblocco esistono diverse tecniche: è possibile infatti utilizzare dell’acqua calda, cercando di scaldare la parte vicino alla serratura ed alla maniglia dell’auto. In alternativa è possibile optare per l’utilizzo di speciali spray deghiaccianti, presenti sul mercato a costi anche contenuti.

In questo secondo caso, però, è importante ricordare che tali spray sono a base di salina e che dopo il loro utilizzo risulta quindi necessario procedere ad uno sgrassamento della serratura e della maniglia tramite l’utilizzo di uno sgrassante (ad esempio il petrolio bianco) ed alla successiva lubrificazione della parte con grasso ai saponi di litio.

Per quanto riguarda la prevenzione di tale problema, esistono sul mercato alcuni prodotti a base di grasso da spruzzare sulla serratura e sulla maniglia, riducendo così le possibilità che questa possa ghiacciarsi.

Parco veicolare, prorogato ancora l’obbligo di adeguamento

L’obbligo per le autoscuole di adeguare il proprio parco veicolare in modo da poter offrire tutti i tipi di patente è slittato ancora, al 30 giugno 2015, proprio quando sembrava tutto pronto per renderlo effettivo sin da inizio 2015.

Il fatto di essere noto ai più come ‘decreto milleproroghe’ non è di certo un caso. L’obbligo per le autoscuole di adeguare il proprio parco veicolare è infatti stato ulteriormente posticipato al 30 giugno 2015,proprio quando sembrava mancasse poco alla sua introduzione, verosimilmente nei primi giorni del 2015.

La proroga – inerente a tutti i veicoli delle categorie AM, A1,A2,A, C1, C1E,D1,D1E – è stata ideata dall’Unione Europea per mettere le autoscuole in condizione di poter offrire tutti i tipi di patente. Fino alla sua introduzione ufficiale le autoscuole potranno quindi continuare ad utilizzare direttamente i veicoli dei propri allievi, o beneficiare dell’adesione ad un consorzio. Ovviamente almeno fino al 30 giugno 2015.