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Autore: autoscuolenelweb

Neve: i modelli più adatti per guidare

Guidare sulla neve o sul ghiaccio richiede attenzione, buon senso ed equipaggiamento.
La guida in condizioni climatiche avverse non va certo presa alla leggera e il proprio veicolo deve garantire un certo tipo di prestazione ed essere dotato di accessori mirati.
La prima cosa da fare in inverno è montare i pneumatici invernali o avere a bordo le catene, indispensabili per evitare slittamenti e guidare con una sufficiente aderenza al manto stradale.
Nonostante l’obbligatorietà di questi accessori, ci sono auto più adatte di altre a percorrere km su strade innevate grazie a specifiche caratteristiche tecniche e tecnologiche.

Quali sono le auto più sicure per guidare sulla neve?

Le vetture più performanti sono sicuramente i SUV e i fuoristrada, grazie alla loro trazione integrale, i sistemi antiscivolo sulle ruote e alle avanzate tecnologie di sicurezza.

Nel mercato dell’auto le più vendute sono:
Land Rover Defender: baricentro alto, massa ben superiore alle due tonnellate, trazione integrale e sistema di frenata antibloccaggio.
Un fuoristrada semplice da guidare, stabile, adatto alle situazioni climatiche più estreme.
Subaru Suv Forester: trazione integrale, cambio automatico, fornita di un sistema Awd Active Torque Splitche per controllare elettronicamente la distribuzione del peso sulle ruote. L’altezza da terra di questo fuoristrada è di ben 22 centimetri ed è dotato di dispositivi di aiuto alla guida come la frenata assistita.
Ford Ranger: uno dei pickup più famosi al mondo. Le sue dimensioni sono notevoli, ma risulta facile da guidare. La sua grandezza e le alte performance lo rendono perfetto per lunghi viaggi, anche su sentieri sconnessi.
Mercedes Classe V 4matic: spaziosa e confortevole, può trasportare fino a otto passeggeri. Caratterizzata da una grande stabilità, che la rende perfetta per i viaggi in condizioni climatiche critiche.

Tra le utilitarie la vecchia e cara Fiat Panda 4 x 4 è sempre un’ottima scelta: un assetto rialzato ben studiato e l’abbinamento con la trazione integrale sono i punti di forza di questa piccola vettura che spesso non ha nulla da invidiare a fuoristrada dai costi maggiori e con caratteristiche molto diverse.

Strada innevata, ecco come montare le catene da neve:

Con l’arrivo della stagione invernale l’automobilista può trovarsi di fronte a condizioni di guida problematiche o estremamente difficoltose a causa di strade ghiacciate o coperte di neve.

Per gestire al meglio questo tipo di situazione fortunatamente si può fare affidamento sulle gomme invernali e, nel caso non se ne avesse disponibilità, sulle catene da neve.
Le catene da neve sono una misura di sicurezza davvero importante. Una volta applicate alle ruote motrici il rischio di perdere il controllo del veicolo si riduce drasticamente e proprio per questo motivo, nel caso non si fosse provvisti di pneumatici invernali, è obbligatorio tenerle sempre a bordo.
Dal 15 novembre il Codice della Strada prevede infatti sanzioni molto pesanti per chi non rispetta questa regola.

Ecco come montare le catene

Il procedimento può sembrare complesso, ma in realtà montare le catene da neve è molto semplice e richiede pochi minuti. Intanto:

  • Prima di partire in inverno, è il caso di fare qualche prova di montaggio, per non lasciare nulla al caso: avendo già fatto pratica il rischio di sbagliare nel momento del bisogno diminuisce notevolmente.
  • Nel caso di condizioni climatiche avverse, ricordate di indossare guanti pesanti per proteggere le mani dal freddo.
  • Ricordate che mentre montate le catene, la macchina va tenuta spenta.
  • Le catene vanno sistemate solamente sulle ruote motrici del veicolo, indicate nel Libretto.

Montare le catene prevede pochi e semplici passaggi

  • Per prima cosa bisogna distendere le catene, districando con cura eventuali nodi.
  • Sganciare la chiusura, che di solito è colorata per facilitarne il riconoscimento.
  • Successivamente l’arco del gancio va fatto passare dal lato opposto della ruota.
  • Una volta fatto questo, prendere le due estremità per poi ricongiungerle sopra la ruota stessa.
  • Seguire gli stessi passaggi per l’altra ruota motrice.

Facile, vero? Queste attrezzature sono molto utili, ma quando si guida in condizioni atmosferiche avverse, bisogna prestare molta attenzione e rispettare il limite di velocità, che per una vettura con le catene montate è di 50 km orari.

ABC del Bollo Auto: cos’è, entro quando pagarlo e quali le sanzioni

Il bollo auto, spesso definito anche come tassa di circolazione o tassa automobilistica, è un’imposta regionale dedicata a chi possiede un’auto o motociclo immatricolato in Italia e iscritto al Pubblico Registro Automobilistico.

Il valore di questa tassa, che varia da regione a regione, va corrisposta dal proprietario del veicolo ogni anno.
Le scadenze per i possessori di automobili sono aprile, agosto o dicembre mentre per i motociclisti gennaio e luglio.
Il mancato pagamento prevede interessi e sanzioni aggiuntive.

Entro 14 giorni dalla scadenza si può pagare con un sovrapprezzo dello 0,1% della somma dovuta, più giorni trascorrono dalla data prestabilita per il saldo, più le multe sono salate:
– dai 15 ai 30 giorni di ritardo la multa è pari ad un decimo della somma da versare;
– dai 31 ai 90 giorni di ritardo diventa dell’1,67%;
– dopo i 90 giorni fino ad un anno invece diventa del 3,75%.
Dopo un anno, l’imposta aumenta del 30% della somma dovuta più un interesse moroso pari allo 0,5% da aggiungere di sei mesi (di ritardo) in sei mesi all’importo totale da corrispondere.
In caso di mancato pagamento si può incorrere addirittura al pignoramento del conto corrente o al fermo della vettura.

Come verificare se si è in regola con i pagamenti del bollo?

Accade spesso che tra le tante cose a cui dobbiamo pensare, dimentichiamo di pagare il bollo in buonafede. Come fare quindi a tenere sempre sotto controllo la scadenza della tassa di circolazione?
Online possiamo verificare in maniera rapida se si è in regola o meno, inserendo solamente alcuni dati tra cui la targa del veicolo e le informazioni sulla sua tipologia. 
Per effettuare la verifica on line del pagamento bollo auto degli anni precedenti, possiamo utilizzare il portale dell’ACI.

Le auto elettriche e ibride sono esenti dal pagamento del bollo e gli anni di esenzione variano da regione a regione.
Nel Lazio le auto ibride non pagano il bollo auto per i primi tre anni, in Liguria per i primi quattro anni, nelle Marche per i primi sei. In Campania vige l’esenzione, mentre la Lombardia prevede un importo dimezzato per 3 anni solo per la versione ibrida plug-in.

Fanno eccezione alla regola anche le auto d’epoca con più di 30 anni, i veicoli di associazioni destinati alla pubblica utilità, come le ambulanze, e le automobili destinate al trasporto di persone disabili. 

Il quiz della patente: gli errori più diffusi

Il quiz della patente serve a provare le conoscenze teoriche sulla guida dell’automobile, sulla segnaletica stradale, sui fattori di sicurezza legati al veicolo e superarlo permette al candidato di accedere alla prova pratica di guida.

Dal 2013 la prova teorica è stata implementata, attraverso l’utilizzo di un sistema informatizzato che prevede 40 quesiti (che sostituiscono i 20 della precedete prova scritta) con due risposte predeterminate per ogni domanda: V per vero e F per falso. Per terminare la prova si hanno a disposizione 30 minuti e gli errori ammessi sono 4.
È importante leggere le domande attentamente, perché spesso sono formulate in modo da confondere chi non è perfettamente preparato e possono portare a risposte errate (le famose “domande trabocchetto”).

Quali sono le 10 domande con il più alto tasso di errore nel quiz della patente?

Secondo i dati raccolti dal portale Patentati.it le domande con il più alto tasso di errore sono:

 – La patente di categoria B abilita a condurre solo autovetture con al massimo 9 posti compreso il conducente:
Risposta esatta: F. La patente di categoria B abilita infatti a condurre non solo autovetture, ma anche altri veicoli, quali ciclomotori, macchine agricole, autocarri e auto caravan con massa non superiore a 3,5 tonnellate.
La pressione di gonfiaggio troppo bassa dei pneumatici ne provoca l’anomalo consumo della parte centrale e dei bordi:
Risposta esatta: F. La pressione di gonfiaggio troppo bassa dei pneumatici provoca un anomalo consumo ai bordi, ma non della parte centrale.
Bisogna usare maggiore prudenza nei confronti dei conducenti di tricicli a motore:
Risposta esatta: F.  La maggiore prudenza è richiesta non per i tricicli a motore, ma nei confronti degli utenti più deboli della strada – anziani, bambini, disabili, ciclisti.
Il segnale raffigurato obbliga a rallentare per essere pronti a fermarsi in caso di segnalazione da parte degli agenti.

Il segnale obbliga a fermarsi e non a rallentare. Quindi la risposta esatta è la F.
– Una frenatura poco efficiente o squilibrata può essere causata dall’insufficiente lubrificazione dei tamburi o dei dischi:
Risposta esatta: F. La frenatura è causata da un consumo irregolare di questi.
– La sosta, e anche la fermata, sono vietate negli spazi destinati a servizi di emergenza o di igiene pubblica indicati dalla apposita segnaletica:
Anche in questo caso la risposta esatta è la F, perché in questi spazi è permessa la fermata, ma non la sosta. – Durante le operazioni di traino di un veicolo in avaria, il veicolo trainato deve mantenere accese le luci posteriori in mancanza di altra idonea segnalazione:
Risposta esatta: F. Il veicolo trainato deve mantenere attivo il dispositivo luminoso a luci intermittenti.
La patente di categoria A1 abilita alla guida di tutti i motocicli di cilindrata fino a 125 cm³:
Risposta esatta: F. La patente di categoria A1 abilita la guida dei motocicli con una potenza non superiore a 11 kW e rapporto potenza/peso non superiore a 0,1 kW/kg.
Fuori dei centri abitati, di notte, quando mancano o sono insufficienti le luci posteriori di posizione o di emergenza, è consigliabile presegnalare il veicolo fermo sulla carreggiata, con il segnale triangolare mobile di pericolo:
Risposta esatta F, infatti non è consigliabile, ma è obbligatorio segnalare il veicolo fermo.
Sulle autostrade e strade extraurbane principali è consigliabile evitare la circolazione di veicoli a tenuta non stagna e con carico scoperto, se trasportano materiali che possono disperdersi:
Risposta esatta: F. Sulle autostrade e strade extra urbane è obbligatorio evitare la circolazione di questo tipo di veicoli.

Hai già sostenuto il quiz per ottenere la patente B?
La nostra Autoscuola ti formerà così bene da non cadere in questi errori trabocchetto!

Auto ibride ed elettriche: cosa c’è da sapere

L’industria dell’auto sta incentrando il suo sviluppo sul graduale abbandono dei motori a combustione a favore di nuovi veicoli ecosostenibili e non inquinanti, ovvero le auto elettriche.

Anni fa la scelta di un mezzo dipendeva dal tipo di combustione utilizzato – benzina o diesel – adesso il mercato privilegia, grazie anche all’aiuto degli incentivi statali, mezzi che rispettino l’ambiente e siano il meno inquinanti possibile.

Auto ibride, plug-in e elettrico, quali sono le differenze?

Le auto ibride risultano, allo stato attuale, la soluzione più conveniente tra le opzioni. Come si può intuire dal nome stesso, presentano all’interno dello stesso veicolo due tipi di motore: uno tradizionale a benzina e uno elettrico.
I due motori lavorano in sinergia per ottenere il massimo risparmio energetico e di consumi, coniugando così i vantaggi dell’alimentazione elettrica con la comodità di un normale motore.
Il veicolo ibrido Plug-in ha una batteria più grande che viene ricaricata da una fonte di energia esterna. Può viaggiare come un elettrico puro e come un ibrido: nel primo caso l’energia arriva direttamente dalla batteria, nel secondo caso, ovvero quando la batteria si esaurisce, parte automaticamente il motore a combustione.
Quindi questo tipo di veicolo ha sia il bocchettone per la benzina o il diesel, che quello per ricaricare la batteria.
Le auto elettriche sono alimentate totalmente dal motore elettrico. Il veicolo è ricaricato dall’apposita colonnina pubblica o domestica.

Per quanto riguarda l’impatto ambientale, sicuramente le auto elettriche sono quelle con un maggiore risultando.
Infatti se consideriamo l’intero ciclo “well to Wheel”, dalla produzione della fonte primaria, ai processi di trasformazione, al trasporto, alla modalità di propulsione, in termini di emissioni, l’elettrico è la scelta migliore.
Al momento i limiti di questa nuova tecnologia sono inerenti al fatto che la batteria non ha una grande durata e la ricarica richiede molte ore per essere completa. Inoltre le colonnine sono ancora numericamente esigue.
Ma è solo questione di tempo, ormai la strada per il futuro dell’automobile è stata tracciata… ed è elettrica!

Cosa fare se l’auto è ferma da un po’

Quando un’auto rimane inattiva per molto tempo, potrebbe essere davvero difficile farla ripartire, vediamo insieme alcuni consigli per preservarla al meglio.

Parcheggiare l’auto in un luogo sicuro

Se siamo obbligati, come in quest’ultimo periodo, a lasciare la macchina ferma per molto tempo, cerchiamo di parcheggiarla in garage, in mancanza del quale, evitiamo alberi o piante, che possono rilasciare resina ed escrementi di animali.

Preservare la batteria

Ovviamente quando la vettura è ferma da mesi, la prima cosa da tenere sotto controllo è la batteria. Questa, a macchina spenta, subisce una dispersione di corrente minima, ma costante e con il tempo è destinata a scaricarsi completamente.
Con la batteria scarica il veicolo non si accende. Se si è fortunati il problema è risolvibile con i classici cavetti, ma non sempre è sufficiente; infatti si rischia di produrre ulteriori problemi alle candelette o al motorino di avviamento.
Nel caso di batteria scarica i pareri sul da farsi sono discordanti.
Alcuni sostengono che dovremo staccare la batteria per interrompere la dispersione di energia, altri, soprattutto riguardo alle macchine nuove, ci dicono che staccare la batteria potrebbe provocare altre e più gravi problematiche.
Comunque ricordate di recuperare il codice dell’autoradio se dovete resettarlo e controllate le centraline e l’antifurto.

Controllare i pneumatici

Prima di rimetterci in marcia, facciamo controllare le gomme.
Infatti una lunga sosta incide negativamente sul livello di gonfiaggio dei pneumatici, questo oltre a diminuire il comfort di marcia, rappresenta un problema per la sicurezza a causa della mancata aderenza al manto stradale. A proposito l’inverno è alle porte, avete già montato quelli invernali?

Cambiare l’olio

Se l’auto è ferma da tanto, sarà il caso di cambiare l’olio motore. L’ideale sarebbe sostituire il relativo filtro.
Inoltre l’olio potrebbe essere sparito dal pistone e si rende necessaria una lubrificazione delle candele.

Lavare l’auto

Mantenere il proprio veicolo pulito aiuta a preservarne l’utilizzo e a minimizzare i rischi di contagio.
I rivestimenti possono essere igienizzati con l’ozono, utile anche contro i cattivi odori o in alternativa possiamo usare del sapone specifico.
La vostra auto a questo punto sarà pronta per ripartire senza rischi e problemi. Buona ripartenza!

Coronavirus e mobilità

Drastico calo dei consumi Benzina e Gasolio nel 2020.

La pandemia ha modificato radicalmente lo scenario economico mondiale, lo stile di vita di ogni singola persona e i consumi.
Una delle conseguenze prodotte dal virus è il calo dei consumi di benzina e gasolio.
Infatti, il lockdown generale e gli incentivi economici all’acquisto dei nuovi mezzi di trasporto sostenibili hanno concorso a determinare questo cambiamento.

La ricerca effettuata dal Centro Studi Promotor registra nei mesi da gennaio a settembre un calo dei consumi, ridotti del 18,9 % rispetto all’anno precedente e delle spese sostenute per carburante, da 43,6 miliardi del 2019 a 32,1% del 2020. Questo dato è molto importante perché si traduce nel concreto in una diminuzione delle entrate per l’erario e amplificata l’abbassamento del prezzo medio ponderato del costo del carburante.
Per la benzina infatti si è passati da 1,572 euro al litro dei primi nove mesi del 2019 a 1,443 euro al litro dello stesso periodo del 2020, mentre per il gasolio si è passati da 1,481 a 1,340 euro al litro.
I proventi derivanti dalle accise su benzina e gasolio quindi calano di 5,6 miliardi, passando da 26,5 miliardi del gennaio-settembre 2019 a 20,9 miliardi dello stesso periodo del 2020.
Il legame tra pandemia e mobilità ci permette di capire quanto la situazione attuale abbia risvolti su ogni aspetto della nostra vita: sociale, umano, culturale ed economico.

La formula del leasing per i privati

Leasing: Come funziona e perché sta prendendo sempre più piede


La formula del leasing è destinata sia alle aziende che necessitano di una vettura o di una flotta aziendale sia ai soggetti privati.
Spesso il leasing è equiparato al noleggio a lungo termine, soprattutto per via dei costi similari, ma tra le due opzioni ci sono delle differenze importanti.
Nel noleggio a lungo termine il cliente paga mensilmente una somma, non detiene mai la proprietà del mezzo e alla fine del tempo prestabilito, solitamente 5 anni, il mezzo affittato va restituito al legittimo proprietario.
Nel leasing invece, le cose possono variare da contratto a contratto, anche se solitamente il periodo di noleggio prevede almeno due anni.
Alla fine del periodo di nolo, il cliente può scegliere fra tre opzioni

  • Restituire la vettura all’ azienda fornitrice. In questo caso le dinamiche non sono diverse dal noleggio a lungo termine.
  • Cambiare la macchina in leasing con una più nuova, stipulando un nuovo contratto.
  • Riscattare la macchina, pagando il resto del valore rimanente. Questo è un fattore importantissimo, che di fatto crea la differenza maggiore fra noleggio a lungo termine e leasing.

Questa formula, che di fatto si inserisce a metà tra noleggio e l’acquisto tradizionale di una vettura, si rivela molto conveniente per le aziende, perché possono sfruttare al massimo i propri veicoli con la consapevolezza di poterli cambiare entro un tot di anni e evitare le spese legate alla manutenzione dei mezzi da lavoro.

Il leasing ha aspetti positivi anche per i privati: cambiare spesso vettura e decidere con calma il modello migliore per le proprie esigenze.
Stabilire se quello di leasing sia, in maniera univoca, il contratto migliore non è cosa semplice, perché le offerte variano da caso a caso e, comunque, i costi non si distaccano troppo da quelli del noleggio a lungo termine.

L’acquisto di un’auto o di un mezzo da lavoro nuovo incide sempre negativamente sulle entrate di un’azienda o di una famiglia, per questo il mercato dell’auto propone soluzioni diverse a seconda delle esigenze e del budget a disposizione.

Patente A, come ottenere il documento per guidare un motociclo

La patente A è il documento che ci occorre per guidare i motocicli.

In città la moto è la soluzione migliore al traffico cittadino e il mezzo che i nostri ragazzi prediligono per acquisire un po’ d’ indipendenza dai genitori.
Prima di pensare all’acquisto del mezzo, è importante conoscere tutte le regole del Codice della Strada in fatto di guida delle due ruote.

Esistono tre tipi di patente A.

 In base alla cilindrata distinguiamo tra:
La patente A1 è conseguibile dai 16 anni e autorizza alla guida di motocicli con cilindrata massima di 125 cm³, con una potenza massima di 11 kW e un rapporto potenza/peso non superiore a 0,1 kW/kg.
Inoltre è possibile guidare tricicli di potenza non superiore a 15 kW/km.
La patente A2 è conseguibile dopo i 18 anni di età, e autorizza alla guida di motocicli con potenza non superiore ai 35 kW e un rapporto potenza/peso non superiore a 0,2 kW/kg
Infine abbiamo la patente A, o A3 che autorizza alla guida di tutti i motocicli, e può essere presa all’età di 24 anni (il limite di 20 anni è valido solo per chi è già in possesso della patente A2 da almeno 2 anni).
La patente A va rinnovata ogni 10 anni fino ai 50 anni, successivamente ogni 5 anni.

Se si è già in possesso della patente B, come fare a prendere la A?

Buone notizie per chi è già in possesso della patente B e non vuole rinunciare o per comodità o per passione a guidare una moto.Dato che l’esame teorico è lo stesso per entrambe le patenti, il candidato dovrà sostenere solo l’esame pratico.
Occorrerà iscriversi alla Motorizzazione o presso una Scuola Guida: una volta consegnati tutti i documenti, i bollettini e i certificati richiesti, dopo la consegna del Foglio Rosa, potrete esercitarvi con un istruttore o da soli, ma in luoghi pochi frequentati.Se si decide di fare l’esame da privatista, si deve essere in possesso per l’esame di una moto propria, prestata o noleggiata che risponda a determinati requisiti di peso e cilindrata.

In cosa consistono le prove di esame per il conseguimento della Patente A?

Nel conseguire la patente A il candidato dovrà superare due prove, teorica e pratica.
La prova teorica consiste nel rispondere correttamente (le risposte errate possono essere massimo 4) a un questionario informatizzato composto da 40 domande in 30 minuti.
Al superamento del teorico, che può essere sostenuto due volte nell’arco dei sei mesi, vi verrà rilasciato il Foglio Rosa.
L’esame pratico prevede due prove, una su pista chiusa e una su strada urbana o extraurbana, mentre l’esaminatore e l’istruttore seguono in auto l’esaminato dando indicazioni attraverso un auricolare. Importante: l’accesso alla prova è permesso solo se provvisti di abbigliamento adeguato, quindi casco, guanti, giacca con protezioni, scarpe chiuse.
Un vero biker non dimentica mai di indossare le protezioni!

Il falso mito della guida delle minicar senza patente

In attesa di prendere la patente B, a 14 anni è possibile mettersi al volante delle minicar, conosciute anche come macchinette.

Minicar guida senza patente? Sfatiamo un mito

Per guidare le macchinette non c’è bisogno della Patente B, ma questo non significa che si possa circolare senza nessuna preparazione in materia di Codice della Strada.
Ci sono due tipi di minicar e per ognuno di essi è richiesto un tipo di patente.
Per la guida dei quadricicli leggeri è obbligatoria la Patente AM, sono guidabili già dai 14 anni e su strada non è possibile superare la velocità di 45 km/h.
Invece per condurre un quadriciclo pesante è richiesta la Patente B1 (a 18 anni quando si potrà ottenere la patente B coloro i quali sono in possesso di questo documento, non devono svolgere l’esame teorico).
La velocità massima da raggiungere è di 80 km/h e l’età minima richiesta è 16 anni.

Vantaggi e svantaggi delle microcar usate.

Il prezzo non sempre accessibile delle microcar nuove fa pendere per l’acquisto di un modello usato.
Tra i vantaggi nell’acquisto del nuovo, sicuramente il fatto che la minicar non presenterà segni di usura, avrà pochi km o km zero, sarà in garanzia e la possibilità di scegliere gli optional che più ci piacciono.
Certo il prezzo elevato, che in taluni casi supera i 10000 euro e il dover fare il rodaggio sono elementi da considerare prima di procedere all’acquisto.
Ecco perché si è sempre più orientati verso le minicar usate: il loro prezzo è del 30-50% inferiore rispetto a quello di una macchinetta nuova.
 
Usata o non, quando si tratta di minicar bisogna prestare particolare attenzione.
Essendo mezzi dalle dimensioni ridotte e privi dei più moderni sistemi di assistenza alla guida, presentano limiti sia per quanto riguarda la sicurezza attiva che passiva.
Inoltre non è corretto definire le microcar come automobili, perché in realtà la loro configurazione è molto più simile a quella dei motocicli, soprattutto se consideriamo la variabile protezione.
Sicuramente un buon consiglio, prima di affrontare una spesa del genere, è quello di seguire corsi di Guida Sicura: non bisogna mai sottovalutare che guidare qualunque mezzo, compresa una minicar, significa farlo con responsabilità.

Cambio pneumatici: quando e perchè cambiare le gomme

Come ogni anno il cambiamento delle condizioni climatiche porta con sé l’obbligo di effettuare il cambio dei pneumatici, da estivi a invernali.

La normativa che introduce tale obbligo fa riferimento alla legge 120 del 2010, anche se spetta agli Enti che gestiscono le tratte stradali gestirne l’obbligo.
In generale, dal 15 novembre vigerà l’obbligo di effettuare il cambio delle gomme estive, mentre dal 15 ottobre sarà possibile sostituirle.
Con questa disposizione viene imposto agli automobilisti di montare pneumatici con la dicitura M + S (ovvero Mud and Snow= fango e neve) per circolare senza incorrere in sanzioni oppure avere a disposizione nel bagagliaio le catene da neve da montare al momento del bisogno.

Gomme invernali o termiche?

Partiamo dal presupposto che per il Codice della Strada non esiste differenza tra gomme invernali o termiche, è più il gergo comune a fare questa distinzione.
In passato le gomme per la neve erano dotate di tasselli molti alti o addirittura di chiodi, oggi test e ricerche hanno migliorato notevolmente la loro performance.
Le gomme che montiamo rotolando, grazie a una particolare mescola in silice, si scaldano, ecco perché usiamo l’appellativo di termiche.

Che differenze ci sono tra un pneumatico estivo e uno invernale?

La principale differenza tra gomme invernali e estive consiste nel modo in cui si rapportano al battistrada: gli estivi hanno tasselli pieni, senza intagli e per questo risultano più rigidi; mentre i pneumatici invernali sono disseminati di lamelle spigolose per una migliore presa sulla neve.
 La mescola, poi, di quelli invernali si mantiene elastica anche alle basse temperature. Quindi ciò che rende le gomme invernali adatte non solo sulla neve, ma anche in condizioni in cui la temperatura ambientale è bassa e l’asfalto bagnato, è proprio la compresenza tra un numero ricco di lamelle, lo spessore e la morbidezza della mescola.

Il cambio gomme è un obbligo, ma ci sono delle eccezioni.

Due sono le eccezioni alla regola: chi ha montato gomme 4 stagioni e chi ha un indice di velocità uguale o superiore a quello indicato sulla carta di circolazione è esente o comunque non punibile dalla legge.
Come riconoscere l’indice di velocità? Esso è un codice alfabetico presente sul fianco di uno dei vostri pneumatici.
Quindi se le coperture invernali hanno un codice superiore o uguale a quello indicato sul libretto, potremmo evitare di fare il cambio gomme, anche se in realtà è sconsigliato utilizzare le stesse gomme tutto l’anno a causa dei limiti e della minor resa di quelle invernali a contatto con l’asfalto bollente di luglio e agosto.

Cosa succede se si viene fermati senza gomme invernali o catene dopo il 15 novembre?

Chi non rispetta la normativa vigente ed è trovato sprovvisto di gomme invernali o catene a bordo rischia una sanzione da 41 a 168 euro se circola nei centri abitati, da 84 a 355 euro se l’accertamento avviene fuori. Addirittura può essere predisposto il fermo del veicolo.
La legge è ancora più severa quando si verifica il passaggio dall’inverno all’estate e quando viene accertato un mancato cambio gomme oltre alla multa salata, in caso di incidente, il rischio è quello che l’assicurazione decida di non pagare i danni.

Quindi perché rischiare?

L’importanza della distanza di sicurezza in strada

La distanza di sicurezza è uno degli accorgimenti più importanti da tenere in strada, questo perché si evitano tamponamenti pericolosi con le auto che ci precedono qualora dovessero frenare bruscamente.

Spesso quando si è alla guida la distanza non viene valutata correttamente, perché dipende da diversi fattori, quali la prontezza dei riflessi, lo stato dell’auto, la velocità di andatura, la visibilità e le condizioni meteo avverse.
Per quantificare la distanza ci affidiamo a una formula matematica, secondo la quale al raddoppio della velocità corrisponde uno spazio di frenata quadruplo.
Per es. in autostrada a una velocità di 130 km/h la distanza di sicurezza dovrà essere di 130 metri dal veicolo che ci precede.
È importante tenere la distanza di sicurezza in strada soprattutto in caso di pioggia.
Un asfalto reso viscido dalla pioggia riduce lo spazio di frenata, quindi l’articolo 149 del Codice della Strada regolamenta la distanza da tenere in caso di pioggia: i metri che ci separano dalle atre auto devono essere tali da garantire una frenata tempestiva.
Inoltre in caso di strada bagnata la velocità massima è di 90 km/h sulle strade extraurbane e 110 km/h in autostrada.
Ci sono poi casi particolari come ad esempio quando ci troviamo dietro una macchina sgombraneve ove la distanza è stabilita a 20 metri.
Alcuni consigli utili su quando aumentare la distanza di sicurezza:

  • In caso di pioggia o neve
  • Se si guida stanchi, perché calano i riflessi
  • Se siamo a telefono (vietato in auto) o ascoltiamo musica a volume troppo alto.

La guida deve essere “difensiva”: dobbiamo essere capaci di valutare il comportamento di quanti più utenti della strada possibili ed essere vigili, poiché le distrazioni sono davvero pericolose!

Tu rispetti la distanza di sicurezza?